martedì 26 maggio 2009

L'AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE.


VOTA ANTONIO

Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio...Siamo nel 2009 e questa campagna elettorale ebolitana possiamo considerarla una cartina di tornasole per analizzare la società di oggi. I candidati sono tanti. E fa sorridere il fatto che proprio i partiti che parlano di bipolarismo, sistematicamente in vista delle elezioni si scindano poi in liste civiche e simboli vari. Due, tre e più liste che fanno capo ad un unico partito. E questi sarebbero i grandi partiti in stile americano? Si sa: le idee sono americane, ma l'applicazione di esse avviene in stile ebolitano. Insomma, il partito a livello nazionale si applica; ad Eboli si interpreta. Ci ritroviamo a passeggiare per strada fra montagne di manifesti strappati e lasciati ai bordi dei marciapiedi. Tra faccioni rotondi affissi “abusivamente”. Tra sirene e messaggi audio diffusi a tutto volume dalla mattina alla sera. Se poi ti va proprio male, quei messaggi e quei faccioni te li sogni anche di notte, che bisbigliano al tuo orecchio: Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio!
Questo è il concetto di campagna elettorale ad Eboli: gridare più forte il proprio nome. Punto. Nessun programma, nessuna idea. Solo il nome. Vota Antonio. “Ma quale progetto ha Antonio per la Provincia?” La verità è che c'è un' incredibile piattezza culturale di fondo. I programmi sono quasi sempre gli stessi. Il linguaggio è preistorico. E la gente è sempre più disinteressata. Il 6 e 7 Giugno, quando arriveremo nella cabina elettorale, in base a che cosa sceglieremo di dare il nostro voto ad un candidato? Un parametro utile alla scelta potrebbe essere questo: do il voto a chi ha affisso meno manifesti, gridato di meno e piuttosto ha parlato alla gente.
Ma dovremo prima salvarci da quell'assordante "Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio!"

Ps. Antonio è un nome scelto a caso. Ma non troppo. Chi non conosce Antonio la Trippa? (Totò docet)

Giuseppe Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


LA GUERRA DEI MANIFESTI O MANIFESTI DI GUERRA?

Mi chiedo (come se non avessi nulla da fare tutto il giorno), penso, mi sforzo di capire…
Molte cose però non me le spiego. Viviamo in un paese senza regole. W L’ANARCHIA!
La politica è un po’ come Dio: se ne parla parla parla, ma non si vede mai.
Bisogna avere fede. E noi sono anni che abbiamo fede. Secoli.
In questo periodo di elezioni, quando passeggio per le strade del mio paese, mi è capitato di notare che gli spazi per le affissioni sono vuoti. I manifesti con i faccioni campeggiano sui pali, risaltano dai muri, dominano i cassonetti dell’immondizia.
Penso alla carta che sprechiamo, ai milioni di alberi troncati e fatti a pezzi e polverizzati e mi torna in mente la canzoncina che mi facevano cantare all’asilo “Per fare un tavolo ci vuole il legno… nananana…”.
Eppure…
Basterebbero trenta manifesti. Ognuno il suo spazio. Sarebbe anche bello da vedere.
Tutti quei colori: azzurro, rosso, giallo, verde. Una città più pulita.
Ognuno sceglie il suo candidato preferito.
Il sindaco ha dichiarato su un quotidiano “Basta così. Ognuno utilizzi il suo spazio previa multa salatissima”. Ma è come aver premuto il pulsante per lo sgancio della bomba atomica e poi chiedere scusa. È inutile. Certe cose devono essere prevenute.
E mentre cammino penso anche: che politico potrà mai essere uno che fa affiggere ai suoi scagnozzi manifesti abusivi? Un viso dei ‘Verdi’ sorride a denti stretti e ha stampato sulla fronte a caratteri cubitali RISPETTIAMO LA NATURA.
E la colpa non è del sistema o comunque di chi glielo consente.
La colpa è nostra! Che non capiamo. Non vediamo.
Diamo per scontato che la guerra dei manifesti è una guerra senza vittime.
Be’, no. Non è così.
Di notte come gatti in calore, litigano, fanno a pugni.
Come pipistrelli con il radar andato a male, girano a vuoto.
I più furbi si nascondono, sonnecchiano in auto prestate dal loro mandante e fanno la posta ai loro avversari, si camuffano come camaleonti per poi uscire e armati di scopina e colla coprendo la bandiera del loro avversario.
Lecchini e portaborse armati di accendino danno fuoco al manifesto del nemico.
La mattina tornano alla base come soldati scampati alla morte: ridono, si divertono, raccontandosi le loro gesta notturne, aspettando che la notizia arrivi al capo.
E mentre attendo in fila alla posta, l’odore acre di qualcuno che non si lava ma è lì per pagare la tassa sull’acqua, mi assale e penso all’odore che doveva esserci nelle trincee, quando si combatteva sul serio.
Quando si lottava per UNIFICARE!!! Quando i soldati erano UOMINI!!!
Quando eravamo TUTTI UNITI!!!
E quando valuto, che questi guerrieri senza ideologie sono i Nostri figli…
Mi sento già sconfitto. E come vorrei essere già morto per non vedere.

Gino Ciaglia

PICCOLI PASSI DA GIGANTE….


Ci eravamo lasciati con l’inizio di un nuovo progetto che la nostra associazione; ebolidiva, si apprestava a rivolgere ai tanti piccoli amici del quartiere Pescara ( la tanto amata\odiata 167), la strutturazione di tale iniziativa non era certo delle più semplici, vogliamo ricordare che siamo all’inizio e non godiamo certo ne di strutture ne di aiuti economici da pubblico e privato ( sono altri a goderne spacciandosi per ciò che non riescono ad essere), in ogni caso, quello che differenzia dal resto è la determinazione, quindi, grazie alla gentile ospitalità offertaci dal comitato di quartiere e dal presidente Modesto Mangieri, abbiamo avviato una nuova campagna di aggregazione ludica, per il momento è il massimo che si possa organizzare, ottenendo come risultato una inaspettata, ma graditissima, affluenza e la composizione spontanea di nuovi rapporti tra persone cariche di passione e i ragazzi e le ragazze del quartiere… ovviamente, non sono mancati anche i primi problemi causati da eccessiva vivacità di alcuni ragazzi e esagerata invidia di soggetti poco interessati allo sviluppo della zona ed al bene dei tanti minori che in essa vivono e si sviluppano…ma non fa certo paura questo tipo di negatività, gli obbiettivi della nostra associazione sono interamente a favore di eboli e di tanti ebolitani, ebolidiva, oggi, è una realtà che crescerà sempre di più e che cercherà sempre delle risposte per i problemi della città, lo faremo anche e soprattutto grazie all’aiuto di altri soggetti come il comitato di quartiere del rione Pescara ed i suoi responsabili… ma anche contro ogni invidia e presunzione che, in questi anni, non hanno fatto altro che portare la nostra città sempre più in basso!

Anna Petrillo

STORIE

( Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita” dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931 )

UMBERTINO L’IMBIANCHINO
Umbertino era un imbianchino più conosciuto con il nome di “Libertino”, questi era un triestino trapiantato ad Eboli e lavorava alla giornata…quando c’era lavoro!
Qualcuno lo considerava uno scansafatiche perché lo si vedeva sempre in giro malandato, camminava quasi sempre sui talloni e, pare, calzasse delle ciabatte. Questo Umbertino era un bevitore di vino, in quell’epoca ve ne erano tanti come lui, un giorno, mi ricordo, fui sgridato da mia madre perché giocavo con una scala molto alta con dei gradini molto larghi…quella scala era di Umbertino ed era la perché il proprietario l’aveva impegnata a causa di urgente bisogno di denaro.
Libertino aveva un estremo bisogno di soldi, tanto che un giorno si improvvisò muratore c’erano dei lavori in piazza “a fora a porta” e lui si presentò malandato al capomastro che, per pietà, lo ammise ai lavori. Tanti amici di Libertino accorsero per spiare come se la cavasse il loro compagno, ma dopo un po’ lo videro ritornare mesto sui suoi passi con un’aria molto triste… quando fu chiesto ad Umbertino il perché di quel broncio, la risposta fu che al capomastro non era piaciuto il modo di lavorare del triestino malandato e, dunque, al piccolo imbianchino non rimase che tornarsene a casa ancora senza un buon lavoro!

Cosimo Avigliano Senior

PERSONAGGI


VITO DEL PLATO ( FOTOGRAFO)
Per la rubrica dedicata ai tanti personaggi ebolitani che non godono certo del favore della ribalta mediatica, ma che, invece, lavorano, comunque, in modo costruttivo per se stessi e per la città, abbiamo incontrato, questo mese, un giovane fotografo molto conosciuto negli ambienti artistici frequentati dai giovani di Eboli; Vito Del Plato.
Tra le tante esperienze vissute dal nostro amico Vito possiamo ricordare; Fotografo di scena nel Film “Inseguito “ di Luca Guardabascio con Fabio Testi prodotto dalla N.U.C.T
( Nuova Università del Cinema e della Televisione) , ancora, Direttore della fotografia per un cortometraggio “ Chiamore o non chiamore? ) di Gino Ciaglia,
Fotografo per la 36° Edizione del Giffoni Film Festival per i servizi fotografici speciali, Fotografo ufficiale della Prima Edizione del Potenza Film Festival, e tanto altro.
Abbiamo scelto la formula delle otto domande per scoprire, almeno in parte, la sua personalità…

1) Partendo dal presupposto che la tua, prima che una professione sia una vera vocazione.. potresti raccontarci su quali basi essa si sia creata e quali sviluppi ha avuto nel tempo?
Si il presupposto è giusto! E’ una vocazione! E’ lei che ha scelto me, quasi rapito! Avevo 12 anni.
E’ inspiegabile il tutto. Era li, in un cassetto chiuso a chiave, li dove mio padre la riponeva dopo le rare volte che la tirava fuori per usarla! LA MACCHINA FOTOGRAFICA! Desiderata più di un giocattolo e trattata con riverenza quasi religiosa! Ricordo che rubai la chiave e la riprodussi con le lime, copiando il disegno dei denti! Dopo qualche ora riuscii nell’operazione e la chiave una volta inserita nella fessura svolgeva il compito egregiamente!
Mi affrancai la possibilità di accedere al mio sogno con un po’ di astuzia.
Scappavo, non appena avevo dei soldi della paghetta, a comprare un rullino! E SI cominciava!
La vecchia PRAKTICA dotata del corredo standard! I risultati non era eccellenti, diciamo anche mediocri, ma andavano bene, perché era una fase iniziale di sperimentazione. Con il tempo cominciai ad avere buoni risultati! Ebbi regalata anche l’attrezzatura per la camera oscura e all’età di 14 anni mi dilettavo nel mio garage a sviluppare le pellicole e a stampare le foto! B/N, di scarsa qualità a dire il vero, ma ero felice, la magia si ripeteva spesso! Quasi quotidianamente! E così una mano ideale, disegnava pian pianino le immagini catturate, prima dagli occhi e poi dalla pellicola. Una cosa che non si può spiegare!

2) Essere un fotografo, sopratutto oggi, equivale ad essere un artista.... come si manifesta questo aspetto nel momento dello scatto?
Mah! Non credo! Non esiste alcuna forma di automatismo tra l’essere fotografo e quindi artista!
Credo che ci sia una sostanziale differenza! O fai il fotografo o sei fotografo! Come dice un mio caro amico, e condivido pienamente: “… L’arte è essere, non divenire! “
Purtroppo, spesso, capita di usare le parole pensando di usarle propriamente! Le parole hanno un senso ed esprimono un qualcosa di preciso!
Molte persone, sedicenti “ ARTISTI “ lo scrivono anche sui bigliettini da visita! Non serve! Non puoi raccontare di essere quello che non sei e soprattutto, non è scrivendo “ ARTISTA “ su un bigliettino da visita che lo diventi! Come non è detto che se fai una scuola d’arte diventi scultore, pittore, regista o quant’altro!
Ci sono dei geni che sono riusciti a tirare fuori tanto, a creare tanto, proprio perché non hanno frequentato le accademie! Ne sarebbero usciti appiattiti, danneggiati! Questo non significa che questi ultimi non studino, lo fanno da se!

3) esiste un soggetto che preferisci ritrarre nei tuoi scatti?

Si! Preferisco ritrarre tutto ciò che mi colpisce, ma solo se so di poter raccontare qualcosa, o di raccontarlo diversamente!

4) quali sono stati i progetti che ti hanno dato più soddisfazioni?

Non te lo saprei dire! Ma c’è una ragione precisa! Le mie collaborazioni o progetti, hanno modo di essere per il fatto che sono libero di scegliere! Se una cosa mi prende, riesce a suscitare un forte interesse in me, ci metto tutto me stesso, cercando di fare al meglio, e quindi saranno sicura fonte di soddisfazione! Io fotografo per me prima e poi per gli altri. Il grado di soddisfazione non è relativo alla quantità di plausi o complimenti!

5) hai un tuo punto di rifermento preciso a cui ti sei ispirato...?

Beh! Io amo la pittura! Non sono un grande cultore ma la amo! E ti sembrerà banale ma te lo dico!
CARAVAGGIO!

6) ci descriveresti il tuo rapporto con le foto?

Il mio rapporto con le mie foto?
Be lasciamo stare! Anche tropo maniacale nel senso della “ gelosia”!
Ci metto sempre un po’ di tempo prima di decidere di mostrare le cose che faccio!
Ci sono foto, tante, fatte tempo fa! Ancora devo convincermi! Non le mostro ancora!

7) mostre future in programma?

Ho una mostra a Napoli a via San Sebastiano presso il Wine Bar BERE VINO dal titolo “ Les bacchantes “, le Baccanti, credo che la porterò avanti per un po’! Forse anche ad EBOLI qualora i signori della cultura s degnassero di ricordarsi di me.

8) per finire, come definiresti il ruolo del fotografo in questa società ?

Passo!

Cosimo Avigliano

sabato 2 maggio 2009

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


Il treno dei desideri? No, il desiderio di un treno!

“Pronto vorrei prenotare… Sì sì attendo…”
Passano otto minuti.
“… Certo che devo prendere il treno, se no, non telefonavo… sì sì aspetto…”
Passano una decina di minuti.
Troppi.
Tu tu tu tu tutututut
Agostino riaggancia trattenendo una bestemmia, la lingua gli si attorciglia e se la rimangia. Gli esce un purificato “Ma che cavolo me l’hanno data a fare ‘sta tessera regionale del cavolo se non posso prendere un cavolo di pullman e per un treno mi fanno aspettare ore al telefono e devo telefonare il giorno prima?! E se voglio andare a Battipaglia devo chiedere il favore a qualcuno. Perché?!”.
Mi mostra la tessera. Un rettangolo otto per cinque. Per intenderci: quanto una carta di credito o un bigliettino da visita o la tessera sanitaria. A fronte c’è scritto: Biglietto unico campano. Leggo ad alta voce e dico “Nel senso forse che lo puoi usare una volta sola” Agostino ride.
E finiamo a ridire tutti e due.
Agostino è invalido al cento per cento. Vive seduto su una sedia a rotelle elettrica, ha una moglie e un bambino vivacissimo e un cane che lo segue sempre. Molto più presente dello stato (non si merita la s maiuscola).
Agostino si chiede perché riceve una tessera annuale per usufruire di un treno per diversamente abili che deve prenotare un giorno prima e per un pullman che non esiste, almeno dalle nostre parti.
“Il destino si è già divertito con me perché devono farlo anche i miei simili?”
Buona Pasqua a tutti da Agostino e me. Che possiate resuscitare politici tutti.
Gino Ciaglia

STORIE

( Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita” dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931 )

LA VALLE DEI MULINI

Il numero uno si trova poco a monte della famosa “Buatta” già dei Di Stefano.
Il numero due un po’ più a valle del “maretto”, il famoso laghetto dove “u molafurcici Pironti” gestiva quel poco di terra ad uso proprio di orto con qualche albero di noce, nocciole ed arance.
Il numero tre era conosciuto come il laghetto degli ebolitani ( u mulin è l’Ermice), gestito dai fratelli Don Peppe e Don Ciro Polito.
Il quarto, poi, quello caduto alla fine di via Barbacani, detto “for’portella”, non era visibile perché sottostante la strada…. Era denominato mulino rosso perché quello il suo colore ed era in questo mulino che le massaie andavano a lavare i panni tanti anni fa.
Il quinto mulino si trovava sul ponte di San Biagio Palazzo Morrone.
Il sesto si trovava in Piazza Torretta ed era gestito da un altro Di Stefano che aveva una mano monca ed era un uomo molto capace.
Il settimo mulino era sul ponte in Via Borgo ed era gestito dai Visconti poi ogliaro Capuozzolo.
Infine, l’ottavo mulino era denominato il mulino dei La Francesca ed oggi quel posto si chiama “Rione Mulinello”.
Perciò nella valle dei mulini ve ne erano ben otto.

Cosimo Avigliano senior

IL PROFILO MIGLIORE DELLA NOSTRA CITTA’….


LE ASSOCIAZIONI

ASSOCIAZIONE B.B.B.

L’Associazione culturale B.B.B. rappresenta un'altra delle belle realtà del panorama associativo ebolitano. Nata nel Luglio 2007 da una intuizione del fondatore principale; Ennio Ginetti, che, organizzando una manifestazione musicale che vedeva protagonisti la maggior parte di gruppi ebolitani nella stradina dove sorge il suo bar; Ginetti Bar in Via Vestuti ad Eboli, si accorse dell’esigenza di creare un soggetto culturale che potesse rappresentare al meglio i giovani artisti ebolitani e promuovere il loro talento dentro e fuori Eboli.
Le prime fasi vissute dalla B.B.B., infatti, si sono concentrate sul disagio espressivo diffuso nei talenti cittadini compresi in una vasta fascia di età che va dai 15 ai 32 anni.
Nel continuo e minuzioso monitoraggio delle eccellenze artistiche e culturali presenti nella città di Eboli, l’associazione B.B.B. ha evidenziato aspetti culturali ed artistici dei quali la società non riesce a cogliere in pieno l’importanza, un dato su tutti è l’esistenza attuale di almeno 20 gruppi di giovani musicisti cittadini riconosciuti negli elenchi S.I.A.E. grazie alla pubblicazione di almeno un disco che aspettano di poter emergere nel panorama della musica indipendente italiana, un occasione, questa, che non potrebbe essere tramutata in consistente speranza se non si riuscissero a creare, in città, delle strutture adeguate alle loro esigenze, in supporto alle poche già esistenti, delle strutture pubbliche che consentirebbero ai giovani musicisti ebolitani di poter crescere e migliorarsi in ambienti consoni alle loro attitudini.
In base a queste esigenze, la B.B.B. ha interpellato le istituzioni per favorire la creazione di un ulteriore sala prove comunale che, in supporto a quella già esistente, potrebbe davvero rappresentare un segno di speranza per i giovani di Eboli che amano esprimersi in musica.
Tra le tante attività intraprese dall’associazione si ricordano la presenza al Meeting per le etichette indipendenti di Faenza ( M.E.I.), dove la B.B.B. aveva in dote tre gruppi di giovani ebolitani e un censimento dei giovani artisti ebolitani ( Chiamata alle Arti) che vede ancora in corso la compilazione di un data base completo dove chiunque abbia doti espressive e culturali può iscriversi per poi essere ritrovato, da chi ,magari, un giorno potrebbe avere necessità di quelle doti specifiche. Tale data base degli artisti ebolitani potrà essere disponibile nei prossimi mesi nel sito del comune di Eboli.
Ma le attività dell’associazione del mai domo Ennio Ginetti non si fermano certo al solo aspetto artistico, infatti, nelle prossime settimane, la B.B.B. ha annunciato l’installazione, in collaborazione con il comune di Eboli, di un sistema WI-FI ( internet per tutti) nella piazza principale della città ; Piazza Della Repubblica. L’idea di dare slancio a queste nuove opportunità tecnologiche anche ad Eboli è uno dei cavalli di battaglia del Sig. Ginetti, il quale, dopo la sperimentazione nella zona centrale, ha intenzione di “regalare” a tutti gli ebolitani la possibilità di connettersi in modo gratuito alla rete con l’installazione in tutte le aree cittadine dei dispositivi WI-FI. Questa opportunità, dovrà essere avallata dalle istituzioni, ma la determinazione ed il carisma non mancano certo ad Ennio ed al suo gruppo di giovani e validi ebolitani che, con la B.B.B. stanno spingendo Eboli verso un futuro più roseo.
Il fattore più importante che contraddistingue la B.B.B. sono le motivazioni, il motore; Ennio Ginetti, è sempre più in alto di giri, la sua disponibilità e la voglia di portare Eboli in una dimensione più adeguata alle sue potenzialità rappresentano un valore inestimabile per una società che sembra spesso assopirsi sulle sue problematiche.

Cosimo Avigliano

PROGETTO MONDO NUOVO….


Finalmente le idee cominciano a prendere forma e si strutturano su cose reali…. Ebolidiva è in movimento e lo si intuisce dal suo fermento in un quartiere difficile come il Rione Pescara, grazie all’impegno costante del socio Franco Moraniello, capace di “sporcarsi le mani” nel parco abbandonato del quartiere, si può cominciare a sviluppare le prime idee. “Mondo Nuovo” è un progetto che sarà dedicato interamente a ragazzi e ragazze della zona per scoprire i lati positivi e negativi della propria quotidianità affacciandosi un po’ nel loro mondo e, magari, chissà, prenderli per mano ed indirizzarli lungo un sentiero migliore. Le premesse sono state abbastanza buone; in una bella giornata di sole, ci siamo mischiati a loro in una partitella di calcio proprio nel campetto del Parco in questione, quello che abbiamo potuto percepire è che quei ragazzi hanno bisogno di qualcuno che abbia voglia di stargli vicino e di accompagni passo dopo passo nel cammino della loro tenera età, per non perderli del tutto quando saranno un po’ più grandi. Purtroppo, esistono persone che preferiscono lasciare intatto il loro disagio preferendo una comoda dimora operativa ad una ben più valida ed impegnativa attività di strada, purtroppo a questi ragazzi si vuole “imporre” delle regole obsolete e chiaramente inefficienti sulla loro reattività, purtroppo chi dovrebbe tendergli le mani preferisce aspettare che siano loro a cambiare da soli approfittando, però, di servizi ed incentivi destinati proprio al loro recupero nella società…. Una abitudine, questa, che ha prevalso, col tempo, sulla voglia di stringere a se quelle anime comunque innocenti, che ha allontanato dal settore della solidarietà chi davvero avrebbe potuto essere “UTILE” a determinate persone.
Ed è questo il senso del progetto che nascerà prossimamente nel quartiere grazie ad ebolidiva, un progetto speciale per ragazzi speciali, qualcosa che consentirà a loro di esprimersi al meglio guardando con positività al futuro, un viaggio verso i loro pensieri sperando di poter incidere in modo costruttivo sulle paure ed i problemi che li assillano, perché non è bello lasciarli soli in un quartiere lasciato solo…. Noi di ebolidiva ci saremo, senza nessun compromesso, senza nessun interesse….senza nessuna stupida dimora dove rinchiudere un egoismo ed una ipocrisia che, purtroppo, in altri hanno prevalso!
Anna Petrillo