lunedì 25 gennaio 2010

IL NATALE DI EBOLIDIVA NEL RIONE PESCARA!





L’associazione ebolidiva, nel pieno rispetto dei propri principi che si basano sulla solidarietà e sull’impegno sociale, ha voluto celebrare il suo particolare natale regalando ai bambini ed ai residenti del Rione Pescara, uno dei quartieri più “difficili” della città di Eboli, con una iniziativa a dir poco unica!
Vestiti da babbo natale e con i sacchi colmi di dolciumi e caramelle, ebolidiva ha girato e rigirato il quartiere augurando, con un impianto acustico montato sull’auto personale, un buon natale a bambini e famiglie della zona.
L’associazione, come noto, compie i suoi sforzi maggiori proprio nella zona in questione, gli intenti sono quelli di dare un serio supporto ai minori ed alle famiglie che vivono costantemente delle difficoltà sociali dalle quali risulta difficile liberarsi, un impegno al limite delle proprie possibilità, ma che resta comunque lodevole.
A svolgere questo simpatico servizio di auguri speciali vi erano soprattutto i ragazzi di Ebolidiva… il sottoscritto, Pasquale La Mattina ed Anna Petrillo.
Una esperienza, questa che ci ha insegnato ancora una volta il valore della solidarietà e dell’amicizia…. Guardare negli occhi quei bambini mentre distribuivamo loro delle semplici caramelle, ci ha dato il senso di ciò che possono provare dei bambini al cospetto di una figura tanto importante come il Babbo Natale, la sensazione è che loro avessero inteso benissimo che sotto quei panni vi erano “gli amici di sempre”, coloro che giorno per giorno si interessano alla loro vita, ma preferivano illudersi che davvero si fosse materializzata la figura dell’omone buono vestito di rosso….perchè, come nell’intanto dell’associazione, è giusto che anche dei bambini condannati a crescere in un contesto tutt’altro che semplice, abbiano il diritto di vivere in pieno la loro infanzia senza maturità precoci che ne rovinano il presente!
Come tutte le esperienze vissute con l’associazione ebolidiva, anche questa può essere classificata come irripetibile! Buona Natale ancora ad Eboli…anche se con evidente ritardo e Buon Natale ancora al Rione Pescara!

Gianluca Carratù

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE



CATTIVO DEBITORE PERCHE’ MAI INDEBITATO…..
“Non possiamo darti soldi se non hai mai avuto debiti”.
Questo è quello che si è sentito dire un mio amico quando è andato a chiedere un prestito in una finanziaria. Scoraggiato è andato da un'altra, poi da un'altra e poi da un'altra ancora. E via di seguito.
Tutti la stessa cosa gli hanno ripetuto.
Tutti.
E se ci pensate, è anche logico. Ma capite il paradosso?!
Un tizio che ha sempre pagato in contanti, che non ha mai contratto debiti, per loro è un cattivo pagatore perché è un fantasma nel circuito monetario. Come dire che un amico a cui hai prestato dieci euro te le restituirà solo perché l’anno prima l’ha fatto.
Forse ho un atteggiamento troppo romantico, ma queste persone dovrebbero guardare negli occhi la gente a cui prestano il denaro, naturalmente non tralasciare le loro indagini: accertarsi chi davvero si ha di fronte.

Dopotutto… Sono solo soldi.

Gino Ciaglia

I QUATTRO PASSI…. - QUARTIERE BORGO….




Avrei preferito che a scrivere questa piccola riflessione su un quartiere di Eboli così importante, fosse stato qualcuno che quel pezzo di storia ebolitana la vive in pieno…. Io posso vantarmi di esserci nato e di aver vissuto quella zona almeno per tutta la mia infanzia e per tutto il periodo adolescenziale… ma oggi le cose sembrano del tutto cambiate, oggi quella quotidianità di un tempo fatta di sviscerata esigenza di vivere il quartiere dalle prime luci dell’alba fino a notte inoltrata sembra essere svanita per far posto ad un modo molto più “casalingo” di intendere la quotidianità!
Quello che mi lega al Borgo, però, è qualcosa che non potrà mai morire dentro di me, mi spingono sentimenti e ricordi verso quella zona orientata verso il centro antico di Eboli del quale, tanti anni fa, era solo una specie di periferia….
Mi ritrovo, così, ad interessarmi alle dinamiche ed alle vicissitudini del mio vecchio quartiere e non posso fare altro che rammaricarmi per lo stato nel quale siano state “riqualificate” le famose “palazzine americane” che, tempo addietro, erano state evacuate per, si diceva allora, abbatterle e costruire dei palazzi strutturati con prerogative urbanistiche molto più moderne.
Come rappresentante di una associazione che si occupa di supporto a diverse problematiche sociali, ho avuto modo di accedere alle tante disfunzioni con le quali sono costretti a convivere i residenti…. Appartamenti assegnati senza aver ultimato i lavori con accordi scellerati di auto ultimazione di rifiniture importanti…. Appartamenti situati in posizione critica rispetto all’impianto fognario e, quindi, non assegnabili per problematiche oggettive di continui allagamenti, umidità e tanto altro… marciapiedi esterni alla struttura lasciati in calpestabili con cumuli di sabbia sparsi ed animali di ogni genere a lasciare i propri bisogni ovunque… pozzetti incompleti dai quali emergono Topi ad ogni ora…. E tanto altro ancora che, col tempo, comincia ad essere visibile a chiunque compromettendo in pieno l’immagine del quartiere Borgo!
Palazzine a parte, la vita del quartiere sembra svolgersi in un modo molto distaccato e freddo, quella passione che muoveva i ragazzi ed i residenti un tempo non ha più lo stesso vigore, le strase sono spesso deserte e ciò favorisce il lento corso di una tristezza urbana che non tarderà a venire se non si riescono ad invertire il senso delle cose!
Tra le speranze cui far fede e sulle quali puntare, a mio avviso, vi è il lavoro di un comitato di quartiere che fino ad oggi ha saputo proporsi nelle occasioni ritenute importanti…. L’esempio più importante cui riferirsi è quella lotta contro la creazione, proprio nella piazza principale del quartiere, di un parcheggio multilivello che avrebbe comportato eventuali difficoltà strutturali delle case adiacenti e probabili criticità del sottosuolo.
Insomma, la speranza che possa ritornare la gioia di bambini e di adulti residenti nel Borgo può essere coltivata…. Sperando che la vita, in un quartiere così importante di Eboli non debba ridursi ad un silenzio assordante del quale questo pezzo di storia ebolitana non era abituato!

Cosimo Avigliano

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

Lettera a Babbo Natale (scritta in ritardo)

Caro Babbo Natale,
quest’anno ho pensato di scriverti in ritardo, per un semplice motivo. Non ho
mai creduto che tu leggessi di persona tutte le lettere che ti
scrivono. E’ un lavoro immane, e non basterebbe una vita. Ti scrivo ora
che la tua casella postale è vuota, così son certo che la leggerai tu,
e non qualche elfo, la mia missiva.
L’anno che è appena arrivato mi
auguro porti tante cose buone. Per tutta la mia città, possibilmente.
Tra pochi mesi sarà eletta una nuova amministrazione. Nuovi
consiglieri, nuovi assessori, nuovo sindaco, forse. Come ogni nuovo
inizio c’è la voglia di fare bene, di cambiare, di pensare in grande.
Il Mare! Dobbiamo valorizzare la risorsa del mare! Urlano. Il lavoro!
Bisogna dare occasioni ai nostri giovani. Pensano. Eboli deve
rialzarsi, stiamo cercando le stampelle da fornirgli. Dicono. Fatto
sta, caro Babbo Natale, che io agli slogan e ai comizi neppure ci credo
più. Per quest’anno, la prima delle mie richieste è questa: fa che ci
propinino meno chiacchiere. Poi spero che a Palazzo di città siedano
persone responsabili. Al bando i trasformisti, gli opportunisti, i
leccaculo e gli zimbelli. Qui dicono che le ideologie non esistono più.
Che è solo materia da nostalgici. Beh, regala a questi – e tutti – l’
ideologia della coerenza. Fa che Eboli torni ad essere un laboratorio
politico virtuoso, un comune che si distingua per responsabilità e
attenzione ai problemi reali. Qui non c’è bisogno di cattedrali, quanto
di input: spazio ai giovani ma anche ai vecchi, giovani dentro. Sono
convinto che essere giovani non sia semplicemente un dato anagrafico.
Anche tu, caro Babbo Natale sei giovane. Perché dietro la tua barba
bianca, infondo, si nasconde un eterno bambino. Fa allora che questo
spazio di territorio fra le colline ed il mare, che noi chiamiamo
Eboli, si spogli del suo marcio e torni ad avere l’entusiasmo di un
bambino con la voglia di diventare grande!
Giuseppe Avigliano

UOMMENE&TAMBURE - ICATT AL CENTRO DI UN PROGETTO





Il progetto pilota che vede coinvolti i momentaneamente detenuti dell'ICATT di Eboli, uomini che hanno allestito uno spettacolo permanente itinerante. Uomini che hanno trovato in altri Uomini… il Regista salernitano\ebolitano Pino Turco ed il noto fotografo ebolitano Paolo Garofalo, delle persone qualificate e con una immensa passione, capaci di trasmettere loro dei valori e degli stimoli che vanno oltre ogni limite della positività!
Tutto deriva da Mamma Napoli, uno spettacolo dell'attore Emiliano de Martino che ha portato all'amore per il teatro alcuni ragazzi momentaneamente ospiti dell'ICATT di Eboli.
'O cunto d''o quatto'e coppe (il racconto del quattro di coppe, una carta di nessun valore ma di cui non puoi fare a meno se vuoi giocare) è il titolo dello spettacolo preparato da Uommene & Tambure il gruppo di momentaneamente detenuti in un progetto che li aiuta a diventare attori. Non è semplice rieducazione. E' un progetto di vita.
Un progetto dal quale hanno preso spunto Pino Turco e Paolo Garofalo per creare un ulteriore spettacolo insieme ai ragazzi dell’Icatt di Eboli; il lavoro non ha dei caratteri di leggerezza e semplicità, fattori che avrebbero reso tutto molto più facile…. Ma vuole andare nel cuore di una storia vera accaduta tanti anni fa nelle campagne della Basilicata e che ha dei contenuti davvero importanti. La storia è quella del treno 8017 che, ad oggi, risulta essere il più grande disastro ferroviario europeo e si materializzò nella notte tra il 3 ed il 4 Marzo del 1944 a Balvano.

La squadra di ragazzi dell' icatt che, nell'ambito del progetto "uommene e tambure" si occupa del treno 8017 è composta da ragazzi che provengono dai luoghi da dove sono partiti i viaggiatori del treno e che vogliono raccontare la storia del treno a modo loro: GENNARO, EDUARDO, GIOVANNI, LELLO, RENATO, RAFFAELE, ENZO, MASSIMO, DANIELE, PEPPE, TONINO, BRUNO, SIMONE, VINCENZO, ADRIANO recitano i testi, MASSIMO e CIRO hanno costruito un modellino del Treno 8017, TONINO ed EDUARDO (& molti altri) cantano la canzone che PINO ha dedicato a queste persone.
In sostanza, con l’ausilio importante di Vincenzo Esposito, docente di Antropologia Culturale all'Università degli Studi di Salerno che ha permesso la divulgazione di massa di questa triste pezzo di storia della quale molti eravamo allo scuro, Pino Turco, Paolo Garofalo ed i ragazzi dell’Icatt, hanno avviato una serie di spettacoli itineranti che li ha visti protagonisti in vari teatri, in primis l’Augusteo di Napoli ed il piccolo teatro nel Quartiere di Scampia all’interno dell’opera Don Guanella saggiamente diretta dal grande sacerdote Don Aniello Manganello.
I ragazzi, grazie a Pino, Paolo, ma anche grazie all’impegno e la fiducia dei responsabili della struttura Icatt di Eboli come la direttrice; Dott\sa Rita Romano, alle assistenti sociali Caleca e Garofalo, grazie a tutti gli agenti, veri e propri angeli custodi e grazie al provveditore Dott. Tommaso Contestabile, hanno riscosso un grande successo di pubblico per la qualità dello spettacolo e per i contenuti di profondo significato umano e sociale che hanno saputo interpretare con immensa e lodevole passione.
“Quei seicento morti, ignorati dal potere, pesano sulle coscienze di tutti, soprattutto su quelle di chi non ha mai fatto nulla per rendere loro un doveroso omaggio.”
Oggi, grazie a dei ragazzi pieni di vita e vogliosi di riscattarsi dalle trappole della vita, non vi sarà più silenzio per quelle vittime……
Anche questo può essere un esempio per tutti noi…. Grazie a Pino, Paolo e, soprattutto, a tutti i ragazzi dell’Icatt!

Cosimo Avigliano