mercoledì 14 ottobre 2009

PERSONAGGI


VITO MERCURIO…. MAESTRO D’ARTE E DI VITA!

Entrare in una tranquilla villetta sui monti di Eboli e ritrovarsi al cospetto di un piccolo mondo basato sui principi dell’arte non è esperienza per tutti… se poi, all’interno di quel piccolo teatro di vita si ha il piacere di incontrare e dialogare con dei veri artisti in carne ed ossa…. Beh, credo che tutto diventi ancora più difficile da realizzare!
Noi di ebolidiva di fortuna non ne possiamo denunciare molta, ma abbiamo dalla nostra parte il vezzo dell’introspezione nei confronti di nostri concittadini che dimostrano estro e competenza…quindi, ci capita anche la fortuna di essere ospitati a casa del Maestro Vito Mercurio e della sua dolcissima moglie per il tempo di un intervista!
1) Maestro, prendendo spunto dalla sua biografia, si ha l’impressione di essere al cospetto di un concittadino, un ebolitano d.o.c., che puo’ davvero vantarsi di un curriculum incredibilmente ricco e di collaborazioni davvero importanti. cosa le hanno lasciato dentro, sia artisticamente che umanamente, certe esperienze e certi incontri??
R. – Dovete sapere che il curriculum, come giusto che sia, assume un suo valore solo in società che possono davvero considerarsi civili… nelle società dove l’approssimazione ha un valore maggiore, di certo non contano le esperienze…Quando mi ritrovai a suonare in Australia, ad Adelaide, non realizzai subito di essere al cospetto di centinaia di migliaia di persone… per me era naturale esprimere il mio talento con la Nuova Compagnia di Canto Popolare… ma pian piano compresi il valore di ciò che stavo vivendo! Capii anche il valore della nostra cultura quando notai che ad artisti molto più affermati e in voga di me, interessava molto ciò che esprimevo…. Tutto ciò che avete potuto leggere nella mia lunga biografia, però, non deve essere motivo di vanto per me, perché artisti di un certo spessore culturale ed umano mi hanno insegnato che il vero artista sa essere umile!
2) Essere a contatto con diverse culture musicali ed esprimere in musica gli effetti di tali influenze la rende “originale” come artista…. come uomo, cosa ha provato e cosa prova in questo confronto con culture diverse dalle sue?
R. – Beh, devo dire che la rappresentazione migliore delle mie sensazioni al cospetto di culture diverse dalle mie possa essere sintetizzata nell’emozione forte che provai molti anni fa quando mi ritrovai, con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ai festeggiamenti del trentennio della repubblica israeliana…. A tal proposito, a conferma delle nostre affinità musicali con la cultura araba, mi piace ricordare l’imbarazzo degli amici israeliani che si ritrovarono ad un bivio che aveva due sentimenti contrapposti: la felicità di essere coinvolti dalle nostre sonorità vivaci e profonde… e il rammarico di dover costatare che queste stesse sonorità avevano attirato centinaia di arabi che si riflettevano in quei ritmi e si divertivano con gioia!
Posso solo aggiungere che quando si è onesti, si apre sempre un nuovo libro senza alcun problema…. Non è un caso che uno dei miei primi lavori discografici ha il titolo di “ Cristiano ed Arabo”.
3) ci permetta una curiosita’…. come puo’, un artista di natura etnico\popolare, capace di raggiungere livelli artistici di ricerca e contaminazione culturale…aver dato il suo contributo a brani di livello “commerciale” creati con il solo scopo di partecipare ad un festival come sanremo?
R.- Molte volte mi sono sentito dire che il successo è come vincere un terno al lotto… molto, cioè, appartiene anche al caso. Quando cominciai a lavorare a Milano, mi capitò, per vivere, di lavorare come arrangiatore in molti brani, continuavo comunque a proporre la mia musica, ma dovevo accettare qualsiasi compromesso per materializzare i miei studi anche in lavoro e non solo in passioni proprie… in tutto ciò, conobbi molti personaggi pubblici, tra cui Al Bano…. Lui mi chiese di collaborare al brano “Nostalgia canaglia”, ma quando provammo assieme a comporre la musica, lui si accorse che avrei potuto contribuire maggiormente alla creazione di questo brano e così iniziammo a collaborare anche con altri artisti che subentrarono di riflesso in questa mia attività.
4) perche’, secondo lei, la musica popolare riesce ad interessarsi in modo maggiore ad argomenti di natura piu’ varia, stiamo pensando al brano di un vostro disco dove trattava l’argomento palestina, ed invece, la maggior parte della musica commerciale italiana, nei testi, non riesce a liberarsi facilmente dell’argomento amore?? non le sembra un po’ riduttivo e scadente un messaggio del genere, soprattutto ai giovani, tenendo ben presente che nei canali con diffusione piu’ ampia trova molto piu’ spazio proprio quella tipologia di musica che propone, per la maggior parte, testi leggeri e senza pretese?
R.- Sarebbe un discorso molto ampio per il quale ci vorrebbero pagine di giornale… io ve lo sintetizzo in poche parole; in ogni parte del mondo esiste un Sud che presenta problematiche forti inerenti alla povertà, alle guerre ed all’ignoranza…. Tali argomentazioni, chi vive in qualsiasi Sud di questo mondo, ha il “privilegio” di conoscerle a fondo e, dunque, di trattarle in qualsiasi forma espressiva, con condizione di fatto… ecco uno dei motivi per cui i testi della canzoni popolari trattano problematiche molto forti ed interessanti.
5) quale e’ il suo rapporto con altre forme di espressione artistica tipo la scrittura oppure il teatro? avverte mai il bisogno di evadere, insieme alla sua musica, dall’universo musica?
Quello che vedete!!! Ecco, questa casa dimostra il rapporto che sia io che la mia famiglia abbiamo con le forme espressive…. I mercurio sono una famiglia d’Arte, e questo ci tengo a specificarlo…. Sia io che mia moglie abbiamo cercato di incanalare i nostri figli in percorsi artistici di ogni genere, è nella nostra natura esprimerci… per esempio, posso citare un aneddoto…. Il Dott. Abbado, fratello del grande Maestro d’orchestra, commissionò a mia moglie delle tavole da poter esporre in mostre in giro per il mondo… queste tavole, delle quali ne potete ammirare qualcuna sulle nostre pareti di casa, hanno riscosso tanto successo, vincendo anche dei premi…uno dei più importanti fu in Russia, a Mosca! In una delle tavole c’è questa frase; “ La corteggi, la coccoli, la vizi…. L’anima è un capriccio!!”.
Insomma, io sono dell’idea che non si creano i caffè letterari solo per vendere il caffè…. L’arte ha bisogno di spazi dove incontrarsi e confrontarsi seriamente… cosa che non esiste ad Eboli per via di una mentalità sbagliata.
Anni fa, fui pioniere del lavoro laboratoriale nelle carceri…attività oggi molto diffusa… quell’esperienza mi lasciò molte cose nell’anima, ma fu possibile solo perché mi fu lasciato campo aperto, mi fu permesso di essere “originale”. L’arte, deve essere libera!
6) e con la sua citta? quale rapporto vive con eboli?
Faccio molta fatica a rapportarmi con la mia città, esiste un sottobosco troppo folto dove l’espressione viene soffocata e non si ha il piacere del confronto….nel 1968 si dava ai giovani l’autonomia del pensiero critico..oggi, paradossalmente, le cose sono peggiorate. Sono anni che Eboli e le sue istituzioni non mi chiamano in causa, sembra quasi che ne io, ne la mia famiglia esistiamo, eppure otteniamo riconoscimenti ovunque….tranne che a casa nostra!
A noi non occorre certo suonare per determinare un inversione di tendenza della cultura ad Eboli, agli artisti vanno affidati degli incarichi e assegnati degli spazi adeguati alle esigenze dell’arte…. C’è bisogno di stabilire un punto di partenza da dove avviare un serio discorso ed un punto di arrivo dove poter tirare delle somme precise.. senza finalità, non esiste nessun progetto che possa ritenersi valido! Nell’arte ci si innamora…quando non si materializza lìincantesimo, vuol dire che non c’è arte…questo voglio ribadirlo a chi ha la responsabilità di amministrare questa città…bisogna coltivare i fiori più belli del proprio orto, per avere la speranza di ritrovarsi, poi, un bel giardino!
Con altri artisti di Eboli, almeno con chi è impegnato nella musica popolare, non vi è alcun problema, ritengo che debba esserci sempre e comunque sinergia tra le parti, senza dimenticare, aggiungiamo noi, il rispetto per chi ha una storia come il Maestro Vito Mercurio!
Alla fine di questa meravigliosa chiacchierata, possiamo solo auspicarci che Eboli e le sue future amministrazioni, sappiano riconoscere il valore di questo grande Ebolitano e si decidano a puntare seriamente sulla sua esperienza e sulle sue indiscutibili competenze artistiche!
Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


PREVENZIONE CONTRO LE MALATTIE O CONTRO LA POVERTÀ? Povero Ministero della Sanità, ci è cascato anche questo anno!Ha comprato milioni di dosi di vaccino! Chissà se si è fatto fare lo scontrino!Ma perché una banale influenza ci fa tanto paura? Il peggio che possa accaderci è… morire. Dai scherzo! Sono tre, salutari giorni di riposo a letto.Vi ricordate quando in tv a gran voce si diffondevano allarmi? Si mostravano scenari terribili! Milioni di contagiati! Morti ad ogni angolo delle strade! Carrette con cadaveri in decomposizione! Dove è finita L’aviaria? Doveva essere un flagello divino! Dove è finita la temutissima infezione dei suini? Ma non era più semplice dire, che andavano finanziate le aziende farmaceutiche per la ricerca e non comprare dei vaccini inutili? Certo ci sono le categorie a rischio, lì non si scherza, ma non è di loro che si è parlato qui.
Gino Ciaglia

IL NUOVO ALBUM DEGLI YRES.


Gli Yres hanno presentato al pubblico, lo scorso 30 Settembre, il loro primo lavoro discografico. L'album, prodotto dalla casa discografica Wide, di Teramo, contiene dodici canzoni. La band ebolitana è già nota al grande pubblico per il suo più che onorevole curriculum. Nata nel 1997 dall'unione di ragazzi con la passione per la musica, essa ha alle spalle quattro demo auto-prodotti, la vittoria di Sanremo rock 2005 e di Bi.Live 2007. Con il singolo “48” hanno conquistato le copertine di giornali (Corriere della sera, Sorrisi e Canzoni) ottenendo un grande successo mediatico. “Radiofonica” - una delle tracks presenti nell'album – è stata trasmessa sui maggiori network musicali. Inoltre hanno cantato con i più famosi cantanti italiani aprendo i loro concerti. Con l'uscita dell'album è previsto un tour nazionale che li porterà ad esibirsi nelle piazze più importanti d'Italia.
Insomma, non ci resta che augurargli buon fortuna. Che questa nuova avventura gli possa regalare tante soddisfazioni. E siamo sicuri che gli Yres porteranno in alto il nome di Eboli in tutta Italia. Ad maiora, ragazzi!
Giuseppe Avigliano

STORIE

Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita”
dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931

SAN VINCENZO FERRER

La statua di san Vincenzo Ferrer viene venerata nella chiesa di San Francesco ad Eboli.
Apparteneva ai signori La Francesca, notabili di Eboli, esiste anche una strada che porta il loro nome ed è la strada che da Porta Dogana conduce fino a Piazza Pendino. Nel tragitto, si può ammirare il palazzo La Francesca, nel quale, si narra, che dormì Giuseppe Garibaldi.
La statua di San Vincenzo Ferrer appartiene all’epoca del settecento napoletano, la signora La Francesca ordinava tante messe per la festa del santo che si celebra il 5 di Aprile.
Era abitudine far portare in giro la statua dai muratori, i La Francesca li ricompensavano con Vino ed una serie di cibarie. Si formò la congrega di San Vincenzo Ferrer per onorare le virtù del santo, la statua fu donata alla chiesa di San Francesco per preservarla da eventuali furti o da eventuali danni causati dal tempo e dall’incuria.
Nel tempo questa bellissima statua ha visto riconoscere ancora di più il suo valore e la concrea dei muratori, in collaborazione con i sacerdoti che si avvicendavano alla guida della chiesa, hanno ottenuto, con molti sacrifici, il restauro di un opera che ancora oggi rende Eboli ed i suoi reperti artistici e storici, una città ricca e con un valore storico di tutto rispetto!

Cosimo Avigliano Senior