giovedì 31 dicembre 2009

EBOLIDIVA PREMIATA AL COMUNIC@NDO FESTIVAL….



Sabato 21 Novembre, nell’aula conferenze della chiesa di San Bartolomeo, ad Eboli, si sono riuniti centinaia di ragazzi delle scuole medie e superiori, insieme a decine di adulti interessati… per partecipare alla seconda edizione del Festival della comunicazione ideato dall’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Eboli, guidato dall’assessore Francesco Bello, “Comunic@ndo”!
Il concorso, avviato alcuni mesi fa con un bando specifico, era rivolto ai giovani con la passione per la comunicazione di ultima generazione… Cortometraggi, Videoclip, Spot Parodia e Sms.
Dopo una attenta selezione delle opere presentate, si era arrivati alla manifestazione finale del 21 Novembre con una grandissima voglia, da parte dei ragazzi partecipanti, di vedere proiettati i propri lavori… ragazzi protagonisti anche della giuria che ne vedeva impegnati un piccolo numero per ogni istituto della città. Tra di loro, in giuria, anche docenti delle scuole e giornalisti, questi ultimi, chiamati a giudicare i lavori della categoria cortometraggio e videoclip per individuare tra di loro il premio speciale “Città di Eboli”.
Ogni lavoro presentato aveva la sua particolarità e stimolava delle emozioni…
Molto toccante la visione del cortometraggio creato dai ragazzi dell’associazione ebolidiva, con il sottoscritto impegnato nella parte principale di attore e voce narrante insieme a tanti amici ed amiche del quartiere Rione Pescara. Una scelta molto impegnativa, la nostra, perché avevamo scelto di sovrapporre elementi del tutto distorti tra loro come la vita quotidiana di un ragazzo in un quartiere disagiato, uno sfondo del tutto triste e desolato, una voce narrante capace di esprimere sensazioni forti del tutto distanti dalle potenzialità eventuali di un ragazzo e dei suoni duri espressi da una chitarra molto profonda…
Il video si chiamava “I colori del nulla” ed era stato girato interamente da noi ragazzi, tale particolare, insieme alla riuscita dell’esperimento di fusione tra elementi distorti, è riuscito a convincere in pieno la giuria dei giornalisti che non hanno avuto dubbi nel proclamare ebolidiva vincitrice del “Premio Città di Eboli”.
Un premio soprattutto simbolico…. La somma di duecento euro dovrà bastare a mangiare una pizza tutti insieme… ma che ci ha regalato una soddisfazione enorme.
Tra le esperienze da ricordare, la foto di alcuni di noi con il Sindaco della città di Eboli che celebrava il nostro premio. Comunic@ndo ha avuto il merito di regalare a me ed ai miei amici dei momenti di emozione unica… spero che tutto si possa ripetere.. intanto, ci prepariamo ad un nuovo lavoro in video che sarà molto più importante e che ci vedrà impegnati a favore del nostro quartiere per far si che si possa colpire l’animo degli amministratori e di tutti gli ebolitani.
Un saluto particolare voglio lasciarlo a tutti i ragazzi che hanno partecipato al Comunic@ndo ed a tutti coloro che leggeranno questo mio primo articolo sul giornale di Eboli. Grazie!!!

Gianluca Carratù

COMITATO QUARTIERE PENDINO

Per fortuna, se c’è una cosa che ad Eboli non muore mai è lo spirito di aggregazione in alcuni dei quartieri più importanti della città!
L’ultimo nato, il “Comitato di quartiere Pendino”, non ha nulla da invidiare a nessuna altra associazione per quanto riguarda coinvolgimento e spirito costruttivo.
Costituito nei primi giorni di Novembre…precisamente il 10\11\2009, il Comitato ha già individuato, in un nutrito numero di amici interessati a questa esperienza, il suo presidente…. Lei, perché di una ragazza si tratta, è Raffaella Ruggiada, il suo nome, almeno a quanto ci racconta il suo vice Francesco Moscariello, era emerso con una netta maggioranza…. Particolari irrilevanti per questi giovani così determinati, per i quali l’unico scopo, ci dice il Presidente Rugiada, è quello di dare voce al quartiere Pendino ed a tutto il centro antico che si affaccia proprio sulla piazzetta del quartiere e sembra sentirsi meno solo.
La storia del Comitato, per la verità, non corrisponde certo alla data della sua costituzione…. In effetti l’impegno dei tanti residenti legati al loro territorio da un amore indissolubile, dura da anni, tempo durante il quale ci si è auto tassati per mantenere in stato decoroso la grande vasca nella quale sono stai lasciati crescere dei pesci che oggi hanno raggiunto dimensioni insperate!
Il particolare che Francesco e Raffaele ci vogliono fare sottolineare è il coinvolgimento pieno delle attività commerciali del quartiere… autentici sponsor di ogni iniziativa e costanti sostenitori dei giovani del Comitato.
L’inaugurazione di questa nuova stella cittadina ha avuto luogo Domenica 29 Novembre in presenza di tantissimi cittadini anche di altri quartieri…. Uno spettacolo di colori e di entusiasmo che anticipa l’energia che il Comitato saprà esprimere in materia di iniziativa.
Nell’ambito dell’inaugurazione è stato presentato il primissimo progetto messo in atto; il progetto si chiama “Addobba con fantasia” e vede protagonista, insieme al Comitato, la Scuola elementare Salita Ripa che ha sede nel cuore del Quartiere Pendino… si tratta di un albero, piantato per l’occorrenza, sul quale verranno posti degli addobbi creati dai bambini delle classi dell’Istituto con materiali di riciclo….. i migliori addobbi saranno premiati nell’atto finale del progetto!
Ma le iniziative del Comitato Pendino non si fermano certo a questo… “vogliamo bussare alle porte dei residenti per capire quali problemi affrontare giorno per giorno..”, ci dice Francesco Moscariello, “sarà fondamentale, per noi, la fiducia del quartiere,,” , aggiunge il Presidente Rugiada… “ in futuro cercheremo di essere sempre più presenti anche nelle tematiche prettamente inerenti al terzo settore… abbiamo tanto da dare e tanto da chiedere alle nostre istituzioni…”.
Sul versante della politica le convinzioni dei due massimi esponenti del Comitato sono nette; “Non vogliamo assolutamente essere il gregge di pecore di nessun politico…. Abbiamo a cuore il bene del quartiere e ci interessa solo questo….. Non accetteremo di essere strumentalizzati per puri fini elettorali, perché abbiamo una dignità molto forte e vogliamo poter operare in piena libertà…” Nessuna strumentalizzazione, dunque, e non possiamo fare altro che credergli perché in ciò che dicono e che fanno è sempre ben evidente un carattere tipicamente indipendente!
Altri componenti di rilievo del Comitato sono: Davide Paolino – Segretario, Caporaso Rosaria e Scannapieco Carmela – consiglieri.

Cosimo Avigliano

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

TESTA O CROCE

Il crocifisso nelle scuole. E’ uno dei temi più caldi del momento sia a livello nazionale che a livello europeo. Ma quando entra il crocifisso nelle scuole? Era il 1929. Il fascismo stringe un accordo con la Chiesa, i meglio noti Patti Lateranensi. La religione cattolica diventa religione di stato. L’arredo scolastico di ogni classe, oltre a banchi e lavagne, prevede un crocifisso ed il ritratto del Re. Con la caduta del fascismo cade il re. Non il Crocifisso. Che resta appeso, nonostante la laicizzazione dello Stato avvenuta attraverso la Costituzione repubblicana e gli accordi di Villa Madama del 1984, firmati da Bettino Craxi. Dunque, toglierlo o non toglierlo questo crocifisso?
Nelle scuole di Eboli, come in quelle di tutta Italia, resta rigorosamente appeso alla parete. E continuerà a restarci, probabilmente, ancora per lungo tempo. Sarebbe auspicabile si aprisse un dibattito fra i giovani su questo tema. La società è in continua evoluzione. Anche Eboli comincia a diventare sempre più multi etnica. Le culture che si incontrano fra le mura di una classe non sono necessariamente uguali. E il più delle volte la diversità è fra gli stessi italiani. La religione cattolica ne rappresenta la stragrande maggioranza. Ma fette sempre più grandi di popolazione sono laiche. E’ da qui che dovrebbe partire un appassionato dibattito. Ha ancora senso mantenere il simbolo cattolico nelle istituzioni pubbliche? In molti, in troppi, ne fanno una questione di principio. In realtà è tutt’altro. Lo stesso Gesù offre un esempio chiarissimo di grande laicità quando in Marco 12, 13-17 dice: “Date a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio.” Insomma le istituzioni sono una cosa. La fede è tutt’altro. A volte sembra che ci si riduca a difendere i simboli, dimenticando il loro stesso valore.
Giuseppe Avigliano

ASSOCIAZIONE TEATRALE “ I PLETORICI”!


Per molti il teatro è solo un luogo di élite dove mostrare il cappotto nuovo nel foyer, e
contrariamente, a quando si dice, la Compagnia Teatrale “I Pletorici”, è nata con l’intento di portare a teatro chi non c’era mai stato.
Infatti una delle sfide più importanti che 8 anni fa, si posero un gruppo di giovani Ebolitani fu proprio quello di avvicinare questi ultimi alla magia del teatro, usando un linguaggio più vicino al loro modo di vivere, di pensare, di essere.
Allontanandosi dagli schemi del teatro classico iniziarono a mettere in scena testi inediti scritti di un allora adolescente Gino Ciaglia.
Un teatro fatto di persone e, vicino alle persone. Il motto della compagnia è ancora oggi: “Se il lavoro non piace a noi, non ci diverte, lo lasciamo nel cassetto. Il pubblico è sacro e non va preso in giro!”
Dev’essere questo il motivo per cui quando “I PLETORICI" vanno in scena il teatro è sempre pieno.
Il primo lavoro messo in scena dalla neonata Associazione fu “Abbiamo ucciso Superman”, commedia in due atti che affronta temi di strettissima attualità, come la presenza ossessiva della televisione nella vita quotidiana e, l’importanza che si dà più all’apparire che all’essere.
Lo spettacolo riportò un notevole successo e quell’anno “I Pletorici” calcarono le scene del Teatro Studio Uno di Roma.
“Per noi era un sogno…” racconta l’autore, “la gente pagava 13 euro per assistere allo spettacolo, ma, il ricordo più bello è l’articolo che avemmo sul ‘Messaggero’ firmato da un noto giornalista” .
Ma, Gino Ciaglia nonostante i consensi ricevuti, non si rilassa, si chiude in camera e ne esce 9 mesi dopo, partorendo la sua seconda commedia “Fuga dalla provetta”, che con leggerezza, parla di temi profondi e scomodi come l’inseminazione artificiale e il rapporto tra due donne omossessuali. Tutto però, condito, come al solito con una sana dose di umorismo!
Grazie all’allora Sindaco Rosania, nel 2003 “I Pletorici” allestiscono ad Eboli la prima rassegna Teatrale “Ragazzi in Teatro”. L’entrata era un euro e il ricavato venne destinato interamente ad Emergency. Quell’anno, “I Pletorici” vanno in scena con “Il piccolo grande soldato”, uno spettacolo per ragazzi, ma soprattutto un messaggio di pace.
Partecipano a numerose Rassegne e Festival ma non dimenticano di portare un sorriso a chi per qualche motivo l’ha perduto.
Instancabili, “I Pletorici”, ogni anno propongono al loro generoso e affezionato pubblico, un nuovo spettacolo. Ed ecco susseguirsi gli altri lavori:
“Silenzio stiamo provando”, “Il caso Ci-Cogne”, “L’amante di mia Moglie”.
Il prossimo allestimento verrà prodotto dalla ‘ЯR di Roma’ con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio e la collaborazione di “Tifosi contro la violenza”.
Questa volta l’incommensurabile Gino Ciaglia è voluto entrare nella testa di un Ultrà, mettendo in luce dei lati che tutti noi tendiamo a non vedere, o a non voler vedere. Debutterà dunque, “Anatomia di un Ultrà”, il primo Marzo a San Giorgio a Cremano, il due al Cine-Teatro Italia per poi partire per la tournée.

ANNA PETRILLO

martedì 10 novembre 2009

LA VERA PASSIONE “ SENTIMENTO POPOLARE”!


Sentimento popolare…. Un nome davvero appropriato per uno dei gruppi di musica popolare più in voga del momento che annovera tra le sue file anche e soprattutto degli ebolitani veracei!
Due delle parole più belle della lingua italiana, sentimento e popolare, che rappresentano in pieno la passione contenuta in questo progetto ed il fascino delle tradizioni che vengono rappresentante in ogni spettacolo.L’idea di costituire una associazione rivolta al settore musicale, si materializzò a Battipaglia nel lontano 2004 grazie ad un parroco della Chiesa S. Maria della Speranza; Don Franco De Crescenzo!
Il gruppo è formato da 13 elementi e da una grande quantità di strumenti acustici; chitarra classica, chitarra acustica, chitarra battente, mandolino, violino, flauto, clarinetto, fisarmonica, tammorre, nacchere e percussioni di ogni tipo, Si aggiungono a ciò delle voci di prim'ordine sia femminili che maschili che si intrecciano in cori o in performance soliste.
La storia di questo interessantissimo gruppo di persone semplici che condividono la passione per la musica popolare si basa su principi di estrema umiltà artistica che porta gli interessati a quasi giustificare la loro presenza nell’universo espressivo locale con richiami alla passione per la musica e per le tradizioni. Elementi legati esclusivamente alla passione, quelli che permettono ad gruppo di essere sempre più vivo e di proiettarsi, con molta consapevolezza, in progetti futuri consistenti ed originali. Nella ormai affollata “bacheca “ delle riconoscenze ricevute dal gruppo, ci dice il Prof. Martino, nostro interlocutore per questa intervista, è ben evidente la recente partecipazione ad un progetto “ Scuole Aperte” realizzato nel Comune di Battipaglia, in un Istituto comprensivo composto da ragazzi delle scuole elementari e medie, dove l’Associazione, investita in un laboratorio specifico di tradizioni, canti popolari e suono degli strumenti di base, nel pieno rispetto delle competenze acquisite tramite studi specifici, nonostante la provata bravura e l’esperienza, ha preferito avvalersi di un vero docente che potesse dare un peso più ampio al laboratorio.
Ma la vera “perla” che in questo momento riflette più luce nei cuori di questo gruppo di persone, è rappresentata da un progetto davvero interessante ed impegnativo… trattasi di una commedia teatrale che unisce l’arte della recitazione al canto ed alla musica popolare, una sfida davvero importante nella quale i “Sentimento Popolare” stanno riponendo tutta la loro passione.
La commedia in questione riporterebbe, dopo trenta lunghi anni, una vera orchestra di musica popolare in un teatro per essere parte integrante di una rappresentazione… dieci strumenti da proporre all’interno di un contesto espressivo molto particolare, una operazione effettuata tanti anni fa dalla “Nuova Compagnia Di Canto Popolare” e mai più riproposta per oggettive difficoltà di realizzazione. All’epoca la commedia in questione era “La gatta cenerentola” di Roberto De Simone, per riportare tra i giovani le abitudini ed il lessico dell’antico 700, invece, “Sentimento Popolare” ha scelto uno dei testi più rappresentativi di quell’epoca che rappresentava sotto ogni forma la voce del popolo… si narra, infatti, che “ O Guarracin N’mammurat”, opera dalla quale si è tratto lo spettacolo in questione, sia rimasto attribuito ad un autore ignoto proprio perché quel testo era la forma più esplicita e meno pericolosa per il popolo di raccontare “ le corna” che accadevano alla corte reale!
Insomma, una commedia costruita sui nove canti spassosissimi della canzone del 700 “ O Guarracin N’ammurat”, che verrà proposta, come progetto di recupero e promozione delle tradizioni, a tutte le scuole della provincia di Salerno ed in particolare alle realtà più vicine al territorio tra Eboli e Battipaglia. Questo progetto, ci dice ancora il Prof. Martino, è il nostro vero ed unico obbiettivo in questo momento, sappiamo di poter vincere questa sfida importante e di poter realizzare uno spettacolo davvero unico nel suo genere, la passione per la musica e le tradizioni popolari ci permettono di essere positivi in questo senso, ci aspettiamo degli ottimi riscontri che legittimino sempre di più questo nostro grande amore per le nostre terre e le nostre tradizioni!+
Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


IL LODO
Amici miei, ma cos’è il ‘Lodo?’
Ce lo siamo chiesti tutti no?
Perché devo prendere la Traccani o consultare internet se voglio capire una parola?
Siamo troppo ignoranti per stare a loro passo, o sono loro che fanno apposta ad offrirci su un piatto di cemento termini incomprensibili ai ‘più’ per depistarci?
Mia nonna che è un po’ sorda, l’altro giorno davanti alla tv ha esclamato: “Ma ch’ ‘e dice ‘stu scemo, parla ‘e nodo e manc’ ‘a cravatta se sap’ ‘attacca’! S‘era vivo ‘o nonno… ”.
Il lodo Alfano è una legge dello Stato italiano, per fortuna dichiarata incostituzionale, formalmente nota come “Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato”. In parole povere “Guardiamoci il sederino se non qua prima o poi ci arrestano e gettano le chiavi nel mediterraneo”.
Ma io che sono ignorante ho pensato…“Ma sta legge è o non è un’ammissione di colpa?, è come dire: “Ho rubato una mela, si può per favore una legge a favore di chi ruba le mele? Arrestiamo solo chi ruba le banane, ci state?!”
Il 7 ottobre 2009, la Corte Costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma.

La banana, per una volta, se le beccata qualcun altro!


Gino Ciaglia

STORIE

STORIE
Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita”
dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931
“LA JACCIERA”

Ad Eboli, un tempo, c’era la fabbrica del ghiaccio, cioè, “La Jacciera”. Si costruivano 24 quintali di ghiaccio nella misura di un quintale l’ora. Quando nella produzione di queste grandi piramidi di ghiaccio capitava che se ne rompesse qualcuna, lo si vendeva a dieci, venti centesimi a chi ne beneficiava per rinfrescare le bevande tipo vino e acqua.
Il ghiaccio che non si vendeva in giornata, si depositava su di un “cellaro” che aveva una porta capace rivestita all’interno di zinco con la chiusura a cassaforte… così che il ghiaccio potesse essere mantenuto in condizioni discrete per essere venduto.
Questa “Jacciera”, già all’avanguardia, riforniva tanto Battipaglia che Campagna con un camioncino che pare fosse una macchina 509 trasformata.

Cosimo Avigliano Senior

PERSONAGGI




VITO DI MIERI - ORAFO


Nato a Eboli nel 1971 da una famiglia di gioiellieri, Vito, fin da piccolo manifesta un particolare interesse per il design orafo che lo porta, compiuti gli studi, a trasferirsi nella città di Valenza, dove frequenta dapprima la Scuola Orafa " Benvenuto Cellini", poi il " Centro Formazione Professionale Regione Piemonte" conseguendo diversi attestati di qualifica professionale: progettista, orafo, incassatore. L' Associazione Orafa Valenzana apprezza la sua particolare inclinazione e gli conferisce il Primo Premio Manufatto del Concorso fra gli studenti delle scuole orafe nel 1993. Le prime realizzazioni intese a dare forma e materia originale agli oggetti preziosi, anche al di fuori dei canoni decorativi abituali, l'hanno indotto a perfezionare la sua naturale predisposizione tecnica ed artistica. Dal 1996, lavora ad Eboli, nel laboratorio orafo "Gioielmoda", specializzato nella produzione e vendita di gioielli personalizzati, nelle riparazioni eseguite con professionalità, nella vendita di diamanti certificati, di pietre preziose e semipreziose, perle, coralli. Utilizza sia la tecnica della microfisione a cera persa, ovvero con una base di modelli in cera progettati personalmente, che la tecnica del gioiello realizzato, lavorando il metallo interamente a mano. La sapiente tradizione orafa appresa nella città di Valenza e la passione per i gioiellisono solo alcuni valori che fanno di Vito Di Mieri un valido operatore del settore orafo. L'oro lucido e l'oro satinato si alternano con un magico gioco di riflessi nelle originali composizioni di ciondoli, anelli, bracciali ed orecchini, in una serie contraddistinta dal moderno disegno e dalla linea elegante, dove la varietà delle forme si abbina alle pietre di colore. I gioielli di Vito Di Mieri, accomunati dall'originalità delle forme, sono realizzati con raffinata tecnica di design, un' accurata lavorazione artigianale e da un'ottima qualità delle pietre montate. Inoltre, i dettagli dell'incastonatura, della rifinitura e della lucidatura sono eseguiti manualmente. Esperienze professionali: Realizzazione di medaglioni in oro per la Chiesa Madonna del Carmelo di Campagna(SA) Autore di diverse Mostre Orafe presso : l'Hotel Mec di Paestum(SA), Giffoni V.P.(SA), Museo Archeologico di Eboli (SA) e San Pietroburgo (RUSSIA). Esposizione dei propri gioielli presso il Palasele di Eboli in occasione dello spettacolo Notre Dame de Paris. Realizzazione dello Stemma Araldico della città di Eboli per il Museo" Krassin" di San Pietroburgo (Russia). Autore delle corone per " La Regina degli scacchi", ricostruzione medievale a Teggiano (SA).
ANNA PETRILLO

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

I GIOVANI E IL FORUM.
Il Forum della gioventù prosegue il suo cammino e muove i primi passi. Lo scorso 23 Ottobre si è tenuta la festa del tesserato, durante la quale sono state consegnate le tessere a tutti gli iscritti. O almeno a chi è andato a ritirarla. A fine giornata il resoconto è di circa 75 tessere consegnate. Fra cui 15 nuove iscrizioni. La Festa - pubblicizzata attraverso facebook, sms e comunicati stampa - si proponeva di aggregare giovani e di creare un momento di conoscenza e confronto in una pizzeria del centro, con gruppi musicali e buffet per tutti. La risposta non è stata esaltante. A fronte dei mille iscritti, meno del dieci per cento ha partecipato all’evento. Ma il coordinatore Marziale Bufano conferma il suo impegno e la volontà di voler dare sostanza a questo organismo. Insieme con i consiglieri è stato stilato negli scorsi mesi un progetto, denominato “La Fabbrica del lavoro”, per partecipare ad un importante bando regionale. Peccato che la domanda sia stata presentata mancante di un importante documento richiesto dal bando, per cui il progetto è stato a priori escluso dalla selezione. Passi la prima, la prossima volta andrà meglio. Il coordinamento ha molta fiducia in questo progetto e spera di vederselo approvato per un prossimo bando. L’azione del forum, dunque, dopo circa sette mesi di attività sembra concentrarsi sulle possibilità offerte dai bandi istituzionali. Nel frattempo, sul territorio, ancora deve svilupparsi una vera e propria cultura del forum della gioventù. Perché ad interessarsi sembra siano solo i consiglieri ed uno sparuto numero di giovani. E fra i consiglieri stessi si nota qualche assenza, anche alla Festa del Tesserato. Stenta a decollare una sincera discussione fra giovani in cui da mediatore sia il forum. Staremo a vedere nei prossimi mesi se il coordinatore ed il consiglio riusciranno a colmare questa distanza. Un lavoro non facile, ma nemmeno impossibile.
Giuseppe Avigliano

mercoledì 14 ottobre 2009

PERSONAGGI


VITO MERCURIO…. MAESTRO D’ARTE E DI VITA!

Entrare in una tranquilla villetta sui monti di Eboli e ritrovarsi al cospetto di un piccolo mondo basato sui principi dell’arte non è esperienza per tutti… se poi, all’interno di quel piccolo teatro di vita si ha il piacere di incontrare e dialogare con dei veri artisti in carne ed ossa…. Beh, credo che tutto diventi ancora più difficile da realizzare!
Noi di ebolidiva di fortuna non ne possiamo denunciare molta, ma abbiamo dalla nostra parte il vezzo dell’introspezione nei confronti di nostri concittadini che dimostrano estro e competenza…quindi, ci capita anche la fortuna di essere ospitati a casa del Maestro Vito Mercurio e della sua dolcissima moglie per il tempo di un intervista!
1) Maestro, prendendo spunto dalla sua biografia, si ha l’impressione di essere al cospetto di un concittadino, un ebolitano d.o.c., che puo’ davvero vantarsi di un curriculum incredibilmente ricco e di collaborazioni davvero importanti. cosa le hanno lasciato dentro, sia artisticamente che umanamente, certe esperienze e certi incontri??
R. – Dovete sapere che il curriculum, come giusto che sia, assume un suo valore solo in società che possono davvero considerarsi civili… nelle società dove l’approssimazione ha un valore maggiore, di certo non contano le esperienze…Quando mi ritrovai a suonare in Australia, ad Adelaide, non realizzai subito di essere al cospetto di centinaia di migliaia di persone… per me era naturale esprimere il mio talento con la Nuova Compagnia di Canto Popolare… ma pian piano compresi il valore di ciò che stavo vivendo! Capii anche il valore della nostra cultura quando notai che ad artisti molto più affermati e in voga di me, interessava molto ciò che esprimevo…. Tutto ciò che avete potuto leggere nella mia lunga biografia, però, non deve essere motivo di vanto per me, perché artisti di un certo spessore culturale ed umano mi hanno insegnato che il vero artista sa essere umile!
2) Essere a contatto con diverse culture musicali ed esprimere in musica gli effetti di tali influenze la rende “originale” come artista…. come uomo, cosa ha provato e cosa prova in questo confronto con culture diverse dalle sue?
R. – Beh, devo dire che la rappresentazione migliore delle mie sensazioni al cospetto di culture diverse dalle mie possa essere sintetizzata nell’emozione forte che provai molti anni fa quando mi ritrovai, con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ai festeggiamenti del trentennio della repubblica israeliana…. A tal proposito, a conferma delle nostre affinità musicali con la cultura araba, mi piace ricordare l’imbarazzo degli amici israeliani che si ritrovarono ad un bivio che aveva due sentimenti contrapposti: la felicità di essere coinvolti dalle nostre sonorità vivaci e profonde… e il rammarico di dover costatare che queste stesse sonorità avevano attirato centinaia di arabi che si riflettevano in quei ritmi e si divertivano con gioia!
Posso solo aggiungere che quando si è onesti, si apre sempre un nuovo libro senza alcun problema…. Non è un caso che uno dei miei primi lavori discografici ha il titolo di “ Cristiano ed Arabo”.
3) ci permetta una curiosita’…. come puo’, un artista di natura etnico\popolare, capace di raggiungere livelli artistici di ricerca e contaminazione culturale…aver dato il suo contributo a brani di livello “commerciale” creati con il solo scopo di partecipare ad un festival come sanremo?
R.- Molte volte mi sono sentito dire che il successo è come vincere un terno al lotto… molto, cioè, appartiene anche al caso. Quando cominciai a lavorare a Milano, mi capitò, per vivere, di lavorare come arrangiatore in molti brani, continuavo comunque a proporre la mia musica, ma dovevo accettare qualsiasi compromesso per materializzare i miei studi anche in lavoro e non solo in passioni proprie… in tutto ciò, conobbi molti personaggi pubblici, tra cui Al Bano…. Lui mi chiese di collaborare al brano “Nostalgia canaglia”, ma quando provammo assieme a comporre la musica, lui si accorse che avrei potuto contribuire maggiormente alla creazione di questo brano e così iniziammo a collaborare anche con altri artisti che subentrarono di riflesso in questa mia attività.
4) perche’, secondo lei, la musica popolare riesce ad interessarsi in modo maggiore ad argomenti di natura piu’ varia, stiamo pensando al brano di un vostro disco dove trattava l’argomento palestina, ed invece, la maggior parte della musica commerciale italiana, nei testi, non riesce a liberarsi facilmente dell’argomento amore?? non le sembra un po’ riduttivo e scadente un messaggio del genere, soprattutto ai giovani, tenendo ben presente che nei canali con diffusione piu’ ampia trova molto piu’ spazio proprio quella tipologia di musica che propone, per la maggior parte, testi leggeri e senza pretese?
R.- Sarebbe un discorso molto ampio per il quale ci vorrebbero pagine di giornale… io ve lo sintetizzo in poche parole; in ogni parte del mondo esiste un Sud che presenta problematiche forti inerenti alla povertà, alle guerre ed all’ignoranza…. Tali argomentazioni, chi vive in qualsiasi Sud di questo mondo, ha il “privilegio” di conoscerle a fondo e, dunque, di trattarle in qualsiasi forma espressiva, con condizione di fatto… ecco uno dei motivi per cui i testi della canzoni popolari trattano problematiche molto forti ed interessanti.
5) quale e’ il suo rapporto con altre forme di espressione artistica tipo la scrittura oppure il teatro? avverte mai il bisogno di evadere, insieme alla sua musica, dall’universo musica?
Quello che vedete!!! Ecco, questa casa dimostra il rapporto che sia io che la mia famiglia abbiamo con le forme espressive…. I mercurio sono una famiglia d’Arte, e questo ci tengo a specificarlo…. Sia io che mia moglie abbiamo cercato di incanalare i nostri figli in percorsi artistici di ogni genere, è nella nostra natura esprimerci… per esempio, posso citare un aneddoto…. Il Dott. Abbado, fratello del grande Maestro d’orchestra, commissionò a mia moglie delle tavole da poter esporre in mostre in giro per il mondo… queste tavole, delle quali ne potete ammirare qualcuna sulle nostre pareti di casa, hanno riscosso tanto successo, vincendo anche dei premi…uno dei più importanti fu in Russia, a Mosca! In una delle tavole c’è questa frase; “ La corteggi, la coccoli, la vizi…. L’anima è un capriccio!!”.
Insomma, io sono dell’idea che non si creano i caffè letterari solo per vendere il caffè…. L’arte ha bisogno di spazi dove incontrarsi e confrontarsi seriamente… cosa che non esiste ad Eboli per via di una mentalità sbagliata.
Anni fa, fui pioniere del lavoro laboratoriale nelle carceri…attività oggi molto diffusa… quell’esperienza mi lasciò molte cose nell’anima, ma fu possibile solo perché mi fu lasciato campo aperto, mi fu permesso di essere “originale”. L’arte, deve essere libera!
6) e con la sua citta? quale rapporto vive con eboli?
Faccio molta fatica a rapportarmi con la mia città, esiste un sottobosco troppo folto dove l’espressione viene soffocata e non si ha il piacere del confronto….nel 1968 si dava ai giovani l’autonomia del pensiero critico..oggi, paradossalmente, le cose sono peggiorate. Sono anni che Eboli e le sue istituzioni non mi chiamano in causa, sembra quasi che ne io, ne la mia famiglia esistiamo, eppure otteniamo riconoscimenti ovunque….tranne che a casa nostra!
A noi non occorre certo suonare per determinare un inversione di tendenza della cultura ad Eboli, agli artisti vanno affidati degli incarichi e assegnati degli spazi adeguati alle esigenze dell’arte…. C’è bisogno di stabilire un punto di partenza da dove avviare un serio discorso ed un punto di arrivo dove poter tirare delle somme precise.. senza finalità, non esiste nessun progetto che possa ritenersi valido! Nell’arte ci si innamora…quando non si materializza lìincantesimo, vuol dire che non c’è arte…questo voglio ribadirlo a chi ha la responsabilità di amministrare questa città…bisogna coltivare i fiori più belli del proprio orto, per avere la speranza di ritrovarsi, poi, un bel giardino!
Con altri artisti di Eboli, almeno con chi è impegnato nella musica popolare, non vi è alcun problema, ritengo che debba esserci sempre e comunque sinergia tra le parti, senza dimenticare, aggiungiamo noi, il rispetto per chi ha una storia come il Maestro Vito Mercurio!
Alla fine di questa meravigliosa chiacchierata, possiamo solo auspicarci che Eboli e le sue future amministrazioni, sappiano riconoscere il valore di questo grande Ebolitano e si decidano a puntare seriamente sulla sua esperienza e sulle sue indiscutibili competenze artistiche!
Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


PREVENZIONE CONTRO LE MALATTIE O CONTRO LA POVERTÀ? Povero Ministero della Sanità, ci è cascato anche questo anno!Ha comprato milioni di dosi di vaccino! Chissà se si è fatto fare lo scontrino!Ma perché una banale influenza ci fa tanto paura? Il peggio che possa accaderci è… morire. Dai scherzo! Sono tre, salutari giorni di riposo a letto.Vi ricordate quando in tv a gran voce si diffondevano allarmi? Si mostravano scenari terribili! Milioni di contagiati! Morti ad ogni angolo delle strade! Carrette con cadaveri in decomposizione! Dove è finita L’aviaria? Doveva essere un flagello divino! Dove è finita la temutissima infezione dei suini? Ma non era più semplice dire, che andavano finanziate le aziende farmaceutiche per la ricerca e non comprare dei vaccini inutili? Certo ci sono le categorie a rischio, lì non si scherza, ma non è di loro che si è parlato qui.
Gino Ciaglia

IL NUOVO ALBUM DEGLI YRES.


Gli Yres hanno presentato al pubblico, lo scorso 30 Settembre, il loro primo lavoro discografico. L'album, prodotto dalla casa discografica Wide, di Teramo, contiene dodici canzoni. La band ebolitana è già nota al grande pubblico per il suo più che onorevole curriculum. Nata nel 1997 dall'unione di ragazzi con la passione per la musica, essa ha alle spalle quattro demo auto-prodotti, la vittoria di Sanremo rock 2005 e di Bi.Live 2007. Con il singolo “48” hanno conquistato le copertine di giornali (Corriere della sera, Sorrisi e Canzoni) ottenendo un grande successo mediatico. “Radiofonica” - una delle tracks presenti nell'album – è stata trasmessa sui maggiori network musicali. Inoltre hanno cantato con i più famosi cantanti italiani aprendo i loro concerti. Con l'uscita dell'album è previsto un tour nazionale che li porterà ad esibirsi nelle piazze più importanti d'Italia.
Insomma, non ci resta che augurargli buon fortuna. Che questa nuova avventura gli possa regalare tante soddisfazioni. E siamo sicuri che gli Yres porteranno in alto il nome di Eboli in tutta Italia. Ad maiora, ragazzi!
Giuseppe Avigliano

STORIE

Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita”
dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931

SAN VINCENZO FERRER

La statua di san Vincenzo Ferrer viene venerata nella chiesa di San Francesco ad Eboli.
Apparteneva ai signori La Francesca, notabili di Eboli, esiste anche una strada che porta il loro nome ed è la strada che da Porta Dogana conduce fino a Piazza Pendino. Nel tragitto, si può ammirare il palazzo La Francesca, nel quale, si narra, che dormì Giuseppe Garibaldi.
La statua di San Vincenzo Ferrer appartiene all’epoca del settecento napoletano, la signora La Francesca ordinava tante messe per la festa del santo che si celebra il 5 di Aprile.
Era abitudine far portare in giro la statua dai muratori, i La Francesca li ricompensavano con Vino ed una serie di cibarie. Si formò la congrega di San Vincenzo Ferrer per onorare le virtù del santo, la statua fu donata alla chiesa di San Francesco per preservarla da eventuali furti o da eventuali danni causati dal tempo e dall’incuria.
Nel tempo questa bellissima statua ha visto riconoscere ancora di più il suo valore e la concrea dei muratori, in collaborazione con i sacerdoti che si avvicendavano alla guida della chiesa, hanno ottenuto, con molti sacrifici, il restauro di un opera che ancora oggi rende Eboli ed i suoi reperti artistici e storici, una città ricca e con un valore storico di tutto rispetto!

Cosimo Avigliano Senior

sabato 19 settembre 2009

UN EBOLITANO….“SQUILLANTE”….. ….… GIGI !!!


Scrivere di un ebolitano del calibro di Gigi Squillante è un impresa ardua per chiunque, sia per l’ecletticità del personaggio,sia per il suo nome, magari, potrà destare poco interesse tra le vecchie generazioni, e forse nemmeno tanto, classe 1967, e dal tempo dell’AGOSTO Ebolitano, organizzato dal più famoso Don Donato Paesano, che ha iniziato la lunga carriera rincorrendo prima un gioco e poi un sogno. Il futuro non può che avere il suo volto tra le icone di quei giovani ebolitani che amano divertirsi ed ascoltare la musica, quella creata su piattaforme digitali, come forma alternativa di una cultura proiettata a massima velocità in un futuro dove i suoni elettronici sono già parte integrante di ognuno. Potremmo dire figlio d’arte, il papà Liberato, da sempre appassionato di musica classica, negli ultimi 30 anni è stato organizzatore e promotore di numerosi eventi, ultimo è il concorso lirico internazionale Vissi D’Arte, che ha posto Eboli tra le mete dei più grossi professionisti del genere.
L’avventura ha avuto inizio nel lontano 1983…. L’anno successivo vedrà irrompere Gigi Squillante nell’ambito delle radio locali e nella comunicazione di massa inerente al mondo della musica…..esperienza che lo porterà ad essere investito della nomina di direttore artistico in una radio cittadina.
Il 1986 può ritenersi un anno cruciale nella carriera di Gigi, infatti, dopo aver ottenuto la nomina di direttore artistico alla radio, riesce ad ottenere anche il primo contratto in una discoteca….
Nel 1987 supera le selezioni per accedere all’Accademia d’Arte drammatica “Silvio D’amico” di Roma, il suo obbiettivo, però, non era certo la carriera di attore, bensì il miglioramento della dizione…. Così, prese lezioni da Alba Maria Setaccioli, insegnante di dizione dei più famosi attori italiani.
Negli anni Gigi, ha anche lavorato come consulente musicale per importanti eventi di moda italiani, e nel 1995 entra a far parte dello staff stabile di Match-Music raccontando tutti gli eventi legati alle discoteche ed alla musica underground in Italia.
Dal 2001 collabora con il Giffoni Film Festival, partecipando prima alla sezione “Y generation” legata alle tematiche giovanili e negli ultimi anni, come ospite nelle serate, trasformando l’Arena Sordi, in una grande discoteca sotto le stelle,migliaia di giovani, tutti gli anni attendono questa grande festa, per condividere una serata anche con famosi personaggi televisivi, quest’anno con Gigi Squillante anche Claudio Bisio.
Il 2001 è anche l’anno in cui gli viene proposto di lavorare ad una serie di iniziative sociali rivolte ai giovani promosse dal dipartimento degli affari sociali della presidenza del consiglio, nel 2002 consolida il marchio “ Street Festival” Tour italiano a supporto del progetto “Nuove Droghe” coordinato dal Ministero della Salute, progetto in cui fu anche docente, nel 2003 un suo progetto di prevenzione sull’uso di sostanze stupefacenti, viene adottato e promosso su tutto il territorio nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità.
Nel 2008 ha partecipato al film del regista Pasquale Falcone “ Io non ci casco”, prodotto dalla Medusa Cinema, interpretando se stesso, nel cast anche Maria Grazia Cucinotta,Ornella Muti,Maurizio Casagrande e Claudio Coccoluto.
Per il nostro concittadino Gigi Squillante,quello che era iniziato come un gioco, è diventata una vera professione, iniziando da una città che non aveva locali danzanti,tranne il salone delle feste del Hotel Grazia, è riuscito a rincorrere il suo sogno, e come lui scrive: Da grande vorrei fare... il dj... il vj... il giornalista... l'insegnante di filosofia... il direttore artistico di un canale musicale... il producer-TV... lo scrittore... il pilota d'auto...avendo le idee ancora confuse... mi diverto con tutto!!... un giorno la vita deciderà... cosa sarò o cosa sono stato... l'importante averlo fatto con passione... onestà... impegno e rispetto altrui.. se così non fosse..Mi scuso anticipatamente... anche perché in verità.. io voglio..la felicità... e Vi giuro la troverò... ..con affetto...gigisquillante.
Potremmo trarre spunto ancora per molte pagine dalla sua biografia…. Ma non riusciremo davvero a rendere l’idea, tanto è l’interesse che questo ebolitano suscita nei giovani che amano la musica e vivono questo mondo con la stessa passione che ha portato il Nostro Gigi Squillante tra i grandi professionisti italiani del suo genere.
In questo 2009, come ormai da abitudine, sarà possibile incontrarlo nelle meravigliose serate del martedì e sabato che lui stesso rende ancora più magiche, nella discoteca salernitana “Dolce Vita”, negli altri giorni in giro per l’Italia e l’Europa, senza troppo clamore e senza presunzione da 25 anni ha girato gran parte dei locali top del mondo,raccogliendo consensi e rimanendo sempre con i piedi a terra, senza mai dimenticare il supporto dei concittadini ebolitani,sempre disponibile a qualsiasi proposta per la nostra città da circa 3 anni nella serata tra il 26 e il 27 settembre, notte per i festeggiamenti dei SS. Cosma e Damiano, trasforma Piazza della Repubblica in una grande festa sotto le stelle.
Sicuramente, lo avremo ancora sulle nostre pagine per un intervista, ma aspettiamo che passi l’estate per avere il tempo di una calma chiacchierata.
http://www.gigisquillante.com/
www.myspace.com/gigisquillantedj

Per il momento, non possiamo che ringraziarlo per l’immediata disponibilità.
Anna Petrillo

Cabareboli - 6° edizione - 17-21 agosto 2009


L'associazione Cabareboli, con il patrocinio della Regione Campania, Provincia di Salerno, Città di Eboli, e con la collaborazione del Comitato di Quartiere Paterno, Confesercenti Eboli, C.C.I.A.A. Salerno, Pro Loco di Eboli, anche quest’anno, ha proposto il Festival Nazionale della Comicità per nuovi comici e comici emergenti, con l'obiettivo di far scoprire nuovi talenti ad un vasto pubblico.E’ ritornato, dunque, nella sua sesta edizione, uno dei Festival più importanti ed ambiti nel panorama nazionale. L’inaugurazione ha avuto luogo lunedì 17 agosto alle ore 20.00 con la prima semifinale svoltasi, come gli anni precedenti, nel cortile delle scuole elementari “ V. Giudice ” , per il Gran Galà finale di questa bolgia di Comicità è stata scelta piazza della Repubblica con lo spettacolo in anteprima nazionale “ A qualcuno piace lardo” di Claudio Lardo e tantissimi altri ospiti che hanno reso l’atmosfera davvero elettrizzante. I concorrenti provengono da ogni città e provincia italiana, da Napoli a Reggio Calabria, da Roma a Milano, da Bari a Novara, da Cagliari a Caserta e da tantissime altre realtà regionali con una comicità esilarante. Eboli, città dell’accoglienza è, con il suo centro storico “ Evoli borgantico” , con le sue strutture ricettive, ristorative e i servizi turistici si è fatta trovare pronta ad ospitare i concorrenti, i comici, gli artisti, i turisti e tutti coloro i quali hanno partecipato a questa eccezionale sesta edizione di Cabareboli.

Anche quest'anno, dunque, CABAREBOLI ha saputo regalare momenti di puro divertimento per la gioia di molti, specie per gli organizzatori, gli adetti ai lavori, gli artisti, ma soprattutto del pubblico che sempre numeroso attende questo evento divertente e ricco di comicità a 360°.
Nonostante le tante difficoltà superate grazie ad Antonio Lamberti (Ideatore e responsabile Festival) e ai pochi sostenitori, CABAREBOLI è giunto alla 6° edizione facendo parlare di se a livello nazionale, coinvolgendo adetti ai lavori, artisti emergenti e non da tutta Italia.
CABAREBOLI oltre ad essere una vetrina e un trampolino di lancio per i comici emergenti, è divenuto un appuntamento che si ripete ogni estate, ma che vive tutto l'anno grazie al Laboratorio, definito da Ivano Montano (Docente del Laboratorio) "Officina".
Grazie al laboratorio si impara la vera arte del far ridere, del trasmettere e ricevere emozioni, una vera e propria officina di sensazioni, utile per la formazione di chi sogna divenire un artista completo.


Ass.CABAREBOLI
c/o GRAFICA LAMBERTIc.so Umberto I°, 14 - 84025 EBOLI (SA)

Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


LA BIRRA GELATA È UNA CALAMITÀ INNATURALE
Possibile che non c’è quasi più nessuno che sappia guidare in linea retta, curvare quando c’è da curvare, svoltare quando c’è da svoltare (e sì che le frecce sono roba da pellerossa) e che non usi come giustificazione nei discorsi da bar (mentre centellina una birra) la Salerno Reggio-Calabria? Vossignoria andate un po’ a percorrere la A22. SOBRI! Dal Trentino Alto Adige a Verona il mio navigatore inghiottendo la ventosa sul parabrezza ha tentato il suicidio quattro volte. La nostra Salerno-Reggio è solo il capro espiatorio. Nel mio viaggio al nord, ho affrontato lunghe code all’apparenza senza motivo. Poi mi son trovavo con l’auto nel soggiorno di una signora di Bassano del Grappa che stava cenando con la famiglia. L’autostrada a tre corsie in un attimo mutava forma e da grosso rettile diveniva lucertola. Allora cosa ho fatto? Ho tirato giù il comando dell’indicatore di direzione, voltato a destra al primo autogrill. Sceso dalla macchina. Mi sono stiracchiato. Salito le scale del grill. Scese quelle per andare in bagno. Da buon italiano ho lasciato cadere nel cestino della signora delle pulizie cinque centesimi. Salito. Preso dal frigo una bottiglia di birra. Poi un'altra, e un'altra ancora, poi di nuovo in macchina. Finalmente mi sono adeguato all’autostrade del Nord Italia! Con i riflessi meno pronti e le palpebre calanti guidavo meglio e senza bestemmiare. Ho acceso la radio: AVE MARIA PIE.. (cambiato stazione) … trovata al volante ubriaca l’avvocatessa che difende i genitori delle vittime della strada…
Mi sono fermato sulla piazzola di sosta. Guardatomi gli occhi nello specchietto retrovisore. Dormito qualche ora. Appena sveglio ho pensato: « La prossima volta prendo l’aereo. Meno pericoloso. Meno emissioni nell’aria. E, a Pontecagnano hanno anche aperto l’aeroporto! ». Peccato che non c’è più un aereo in grado di decollare e quelli che ci riescono… Amen
GINO CIAGLIA

L'AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE




LA MARINA DI EBOLI

L'estate è finita. O quasi. Le vacanze sono già alle spalle. C'è chi torna da un lungo viaggio. Chi torna dal mare. Chi torna, pur volendo fuggire. E chi torna, pur non essendo mai fuggito. Settembre è un nòstos. Un ritorno. Al lavoro. A scuola. Alla quotidianità di Itaca. Di Eboli.
Chiudono gli ombrelloni. Chiudono le sdraio. Chiudono le cabine e i bagni. E infine chiudono anche quei posti che ci accolgono tutti gli anni all'arrivo al mare, ma che ai nostri occhi passano inosservati.
Intendo la pineta che rimane abbandonata a se stessa, la pista ciclabile dominio di erbacce e sterpi anziché dei ciclisti e le strutture di accoglienza che si confondono con i campi di erbacce.
Il peccato originale della Marina di Eboli è quello di rimanere in uno stato di abbandono perenne, anno dopo anno, senza continuare quella premessa di innovazione iniziata un po' di anni fa con l'abbattimento delle case abusive. Insomma, si fa un passo avanti per poi farne due indietro.
L'auspicio è che nei prossimi anni si cominci realmente a valorizzare la zona costiera incentivando l'insediamento di nuove strutture turistiche ma soprattutto prestando una maggiore attenzione all'ambiente. E' necessario che ci siano controlli severi e costanti. E' necessario che non si torni a speculare con le parole. Si ricominci pure dal principio. Dalla viabilità, alla sicurezza, fino alla pulizia delle acque. E poi si portino i bagnanti sulle nostre spiagge. Nei nostri lidi. Nella nostra città. Il mare è la porta d'ingresso più preziosa che possediamo per accogliere turisti. Bisogna spalancarla, questa porta, e creare un ponte che unisca il centro con il mare. Un insieme di iniziative di diverso ordine: dalle serata in discoteca ad una escursione al centro storico.
Nel frattempo Settembre è già tornato. Forse è il momento giusto per fare uno studio approfondito sulla Marina di Eboli. E chiedersi cosa si puo' fare di più. Anzi, cosa si "deve" fare perchè il mare diventi una risorsa e non un peso.

Giuseppe Avigliano

giovedì 6 agosto 2009

IL PROFILO MIGLIORE DELLA NOSTRA CITTA’….


LE ASSOCIAZIONI

COOPERATIVA SOCIALE “ANCHE NOI”


Presentare agli ebolitani una delle più belle realtà del mondo associazionistico e del terzo settore della nostra città, la Cooperativa sociale “Anche Noi”, sembra quasi un impresa a dir poco scontata e quasi inutile… il successo di questa splendida realtà, infatti, ha già raggiunto vette di gradimento molto alte e, dunque, sembra quasi inutile aggiungere meriti a quelli già giustamente meritati nella società ebolitana.
Ma ebolidiva ha una missione specifica alla quale vuole tenere fede ad ogni costo: portare agli onori dell’informazione locale tutto ciò che ad Eboli splende di una luce meravigliosa!!
“Anche Noi” è una cooperativa sociale nata sulle basi di una associazione che già riscuoteva in città un altissimo rispetto, grazie all’impegno ed alla passione di una dei soci fondatori di questa cooperativa, Generoso Di Benedetto, il percorso si sposta decisamente sulle problematiche delle persone disabili e sull’esigenza di attivare dei servizi utili soprattutto a questi ultimi…. Obbiettivo maggiore è l’inserimento sociale e lavorativo delle persone afflitte da disabilità e per le quali non erano ancora attivi servizi adeguati ad Eboli.
Operando da oltre 10 anni, “Anche Noi” ha maturato una importante esperienza sui servizi alla persona avvalendosi della collaborazione di comprovati professionisti del settore.
Tra le tante attività della cooperativa, spiccano progetti sperimentali quali “Handylavoro”, un progetto di supporto al lavoro per persone affette da disabilità nella provincia di Salerno, azione mirata a supportare progetti per l’inserimento al lavoro di persone disabili.
Tra le tante possibilità offerte da questo progetto citiamo la raccolta di informazioni al fine di creare una banca dati da inserire in rete per facilitare il rapporto tra lavoratori eventuali ed imprenditori disposti ad offrire lavoro.
Oltre all’aspetto lavorativo, la cooperativa organizza anche attività di svago per minori, anche se afflitti da disabilità… il progetto in essere si chiama “Tutti al mare”, colonia estiva per bambini dai 3 ai 14 anni rivolta anche, grazie al finanziamento della Regione Campania, a persone con disabilità ed ai loro famigliari.
Un altro dei servizi di spicco della Cooperativa è” l’assistenza specialistica scolastica”, condotto da uno staff di professionisti del settore, il progetto ha visto la realizzazione di veri e propri “progetti di vita” per i ragazzi con disabilità.
Il servizio è condotto dalla Dott.sa Barbara Giacobbe, stimata psicologa che permette al servizio di avere una ottima riuscita.
Ma il vero lavoro, quello che ha permesso ad ogni ebolitano di apprezzare la Cooperativa “Anche Noi”, è il trasporto di persone disabili nelle vie cittadine, un servizio utile che ha dato a tutti l’occasione di non essere troppo distanti dalle disabilità di propri concittadini.
Il presidente della Cooperativa, che gentilmente ci ha offerto il materiale per questa umile citazione, è la Dott.sa Anna Buoninfante, la sede si trova in via Giovanni Paolo I° 2\4 ad Eboli (SA)
Per contattare “Anche Noi” on-line basta scrivere alla mail coop.anchenoi@libero.it oppure telefonare al numero 0828 030211 , numero utile anche per il fax.

Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


Dico subito che sono contro il ‘FAI DA TE’.
E contro quelli che lo fanno di domenica mattina.
Alle otto!!!
L’unico giorno dove puoi dormire un po’ di più. Anche Dio si è riposato un giorno e, sul Suo Best Seller ci chiede espressamente di farlo anche noi.
Invece no.
C’è sempre qualcuno che invece di andare in chiesa, si veste come un soldato dell’ONU in missione e armato di trapano e martello e chiodi e chissà cos’altro che fa quell’orribile rumore che mi fa pensare che devo andare dal dentista a occludere quella carie che ho da quando sono nato.
Io sono uno di quelli che pensa “Ognuno deve fare il suo lavoro”. E per mettere una lampadina chiamo l’elettricista.
Ma...
Quel giorno era lunedì, è avevo bisogno urgentemente di un imbianchino.
“Il numero da lei richiesto è inesistente”.
Perché immancabilmente quando ti serve qualcuno, è inesistente?
Mi infilo la tuta e le scarpe da tennis più vecchie che ho, e scendo.
Faccio mente locale e mi accorgo che non so dove sia un negozio di vernici. « Chissà se la ferramenta la vende » «Oppure?» « Chiederò ».
Disturbo un anziano signore intento a guardare nel vuoto seduto su una panchina. Per spiegarmi che quello che cercavo era dietro di me ho dovuto sciropparmi per un po’ la sua vita privata.
Ed eccomi! Sono di fronte al negoziante, il bancone sembra reggergli la pancia.
“Mi servono… Non lo so, devo dipingere una stanza 8 x 4. Di nero”.
Non lo avessi mai detto. Mi guarda come si guarda un chiwuaua che è stato appena schiacciato da un auto.
“Nero nero nero nero nero…”
“Sissignore, nero.”
“Non puoi pensare di pittare nero una stanza, la devi fare griggia e fagli due passate.”
“Ma… ”
“Ma nu fa’ ‘o pessimista, falla chiù chiara.”
“Ma non posso farla chiara, devo per forza…”
“Allora falla blu!”
“Non posso farla blu perché…”
“E falla nera. Ma te costa.”
“… E quanto costa?”
“Aè! Assaie.”
Prende un quaderno ad anelli spesso due pacchetti di sigarette.
Lo gira e lo rigira.
Lo sfoglia e lo risfoglia.
“Nun ‘o saccio. Nisciuno mai me chiesta ‘a pittura nera, nun saccio manco si ‘a tengo”.
“E io come faccio?”
“E io che ne saccio.”
“Scusate… mi sapete dire almeno chi cazz’ ‘a tene ‘sta pittura nera?”
“Va vire si ‘a tene chisto ca ‘ncoppa!”.
“Va be’, grazie.”
“Ma piensece bbuono ca costa!!!”
« Ma fanculo!!! » “Ok, GRAZIE!”.
Poi dicono che l’economia ad Eboli non gira, di sicuro gira altro.
A buon intenditor
Gino Ciaglia

L'AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE


IL CILINDRO BUCATO.

Ci sono modi e modi per risolvere il problema dei rifiuti. La prima possibilità sarebbe appunto quella di risolvere il problema. La seconda, più agevole, quella di liberare un pugno di sabbia negli occhi del mondo e spostare la spazzatura sotto il tappeto. Lungi dall'ottemperare alla prima il Commissario straordinario per l'emergenza ai rifiuti ha giustamente pensato di rifugiarsi nella seconda possibilità, e ci è riuscito molto bene!
Un pugno di sabbia negli occhi di tutti, il tempo necessario per spostare la spazzatura in discariche di fortuna e posti accidentali e far credere che così come un mago fa apparire un coniglio da un cilindro allo stesso modo Bertolaso fa scomparire la spazzatura da Napoli. Ma il cilindro di Bertolaso, probabilmente, non basta a contenere tutta la spazzatura, o forse è semplicemente un cilindro bucato. Se ne sono accorti bene gli abitanti di Santa Cecilia – e se ne erano accorti ben prima in verità – quando la scorsa notte sono stati svegliati dalle fiamme scaturite nei campi adiacenti le loro abitazioni. Quei campi fertili che valgono una fortuna per l'agricoltura e l'economia del posto. Quei campi verdi che si sono visti violare da centinaia di ecoballe.
La verità è che il mago è nudo. E se non lo è ancora del tutto lo sarà quando il tappeto sputerà fuori la polvere. Santa Cecilia è solo una fra le tante scelte sbagliate e scriteriate. Le fiamme di Santa Cecilia sono la polvere che fuoriesce dal perimetro del tappeto. Chi ne paga le peggiori conseguenze è l'ambiente. E se l'ambiente sta male, l'uomo muore. Insomma, a sentire i proclami vittoriosi di qualcuno il problema è risolto. Ma basta girare l'angolo, spostare la cinepresa al di fuori del campo prestabilito per accorgersi che in verità la situazione è peggiore di quanto non si possa immaginare. Colpa del peccato originale di questa società consumistica: il rapporto con l'immondizia. Bisognerebbe tenere sempre presente quel famoso proverbio masai “Trattiamo bene la Terra su cui viviamo; essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”. Poche e umili parole di una popolazione del Nilo mettono in ginocchio l'intera società capitalistica. Bisognerebbe avere l'umiltà di ascoltarle queste parole. E qualcun altro dovrebbe mettere da parte il cilindro e cominciare a parlare di un mondo “davvero” pulito.
Giuseppe Avigliano

L’ASSOCIAZIONE EBOLIDIVA AL GIFFONI FILM FESTIVAL


Dopo tanti anni di esperienza con altre realtà associative ipoteticamente “vicine” ai minori, collaborazioni interrotte a causa di divergenze organizzative e morali, i responsabili dell’associazione ebolidiva, onorando al massimo il loro costante impegno a favore di ragazzi e ragazze del Rione Pescara di Eboli ( ex zona 167), anche questo anno hanno portato un po’ dell’allegria e della vivacità ebolitana tra le strade di Giffoni Valle Piana in un Festival del cinema per ragazzi del quale sembra che ad Eboli in pochi hanno compreso l’importanza…
A causa delle ristrette capacità economiche e del numero esiguo di mezzi a disposizione, sono stati pochi i minori coinvolti in questa bellissima esperienza, un numero massimo che oscilla tra le 15 e le 20 unità che hanno vissuto il Festival almeno per un giorno seguendo un programma preciso denso di immagini da scattare, interviste da strappare e concerti da vedere…
Nessun aiuto ha potuto ampliare il senso di questa offerta, ne istituzioni, sorde alle richieste di associazioni libere da ogni vincolo politico, ne privati, ne alcun altra soggetto ha potuto garantire un minimo supporto ad ebolidiva…. Tutto è stato prodotto in base alle poche risorse possibili, questo a discapito dei ragazzi che dovranno, per forza di cose, rinunciare ad eventuali concerti a pagamento ed a tutte quelle attività dove era un limite il costo di accesso.
In ogni caso, siamo certi di aver adempito alle nostre coscienze mettendo a disposizione tutto ciò che avevamo per regalare un po’ di festival anche ai ragazzi del Rione Pescara che, altrimenti, avrebbero dovuto guardare questa esperienza solo attraverso la televisione.

Anna Petrillo

STORIE

Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita”
dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931


“MEMORIA FOTOGRAFICA”

“San D’elmo” si trova a Nord di Eboli, per gli ebolitani è “San D’erma” dove c’è la famosa cima sparti acque.
Più a valle si incontrano le prime sorgenti d’acqua potabile. Nella proprietà di Moccaldi, “lias Contursano”.
Un po’ più a valle c’è ancora un'altra sorgente con la grande vasca semi circolare, acqua che di sicuro serviva per un orticello e che faceva il palio con una polla d’acqua nel Parco San Francesco sita sotto un Pero selvatico in proprietà del comune di Eboli.
Ancora più a valle inizia il Tufara o “l’Ermice”, come si usa dire ad Eboli… ad Ovest vi è un luogo chiamato “Parula” che ha accanto una polla d’acqua dove usavamo andare a bere nei giorni di caccia. Ad Est c’è la famosa “seggia della Madonna”, un masso proprio a forma di sedia…la leggenda vuole che, passando da quelle parti, la Madonna vi ci riposò!
Poco più a valle c’è “l’acqua janca”, con annessa la sorgente delle “due Chiappe” che da origine al fiume Tufara.
Cosimo Avigliano Senior

domenica 5 luglio 2009

MARISA LAURITO – REGINA DI EBOLI PER UN GIORNO


Pubblichiamo, questo mese, un simpatico colloquio tenuto con la grande attrice teatrale e prima donna delle televisioni per un lungo periodo: la Napoletanissima Marisa Laurito…… L’occasione è delle migliori; Marisa è giunta ad Eboli per via di una importante attestazione riconosciutagli dall’amministrazione comunale e da tanti cittadini ebolitani appassionati di teatro e di commedia classica napoletana in genere: la cittadinanza onoraria!!!!

D - Sono alquanto emozionato, allora…

R - Ti tolgo subito dall’imbarazzo. Sono nata a Napoli e non mi sarebbe piaciuto nascere in nessun’altra città. A Napoli il teatro lo respiri nelle strade da quando sei in fasce, la commedia, l’ironia, i tempi comici ti avvalgono come ti avvolge il mare. Così ad otto anni decisi che avrei fatto l’attrice. E così è stato. Ho iniziato con Eduardo De Filippo ed ho firmato il mio primo contratto con lui il giorno in cui compivo ventun anni e quindi potevo decidere del mio futuro, visto che mio padre era contrario alla vita da “zingara” che mi apprestavo ad intraprendere.

D - Ha passato una bella giornata?

R - Sono molto commossa e felice di essere stata ad Eboli, ringrazio Gino (Gino Ciaglia presidente della Compagnia Teatrale “I PLETORICI” n.d.r.), il Comune di Eboli, e tutta l’Amministrazione.
Eboli ha una storia di secoli e una grande cultura, purtroppo le chiese erano tutte chiuse, ma mi hanno portata in Convento, dove ho conosciuto un frate troppo simpatico, di cui ora non mi sovviene il nome. Spesso da piccola venivo con mio padre a mangiare in un ristorantino da queste parti.

D -Lo sa che ad Eboli si è fermato Cristo?

R - Sì sì, lo so, ho letto il libro di Levi. In merito Gino, mentre mi consegnavano l’onoreficienza, ha detto: “C’è voluto un po’ di tempo ma ora è arrivata anche la Madonna!”. È troppo simpatico quel ragazzo!

D - Sono d’accordo. Lo sa che è molto bravo anche a teatro, aspettiamo con ansia le sue commedie?

R - Me l’hanno detto. Non ho avuto il piacere di vedere un suo lavoro, ma non mancherà. Mi piacerebbe leggere qualche sua commedia. Per adesso, ho letto sul vostro giornale, il giornale di Eboli mi pare…

D - Sì.

R - Una delle sue ciagliate. Quella sulla guerra dei manifesti. Comunque ne approfitto per dire, “Iniziate dal teatro, lasciate stare la televisione, può uccidere se non è fatta bene”.

D - Allude a quella fatta da Arbore?

R - Pensavo proprio a quella, sì. Altri tempi! Dettavamo noi le leggi e non gli sponsor. E poi lavoravamo senza sgomitare, ognuno stava al suo posto. Eravamo felici solo di esserci. Ma allora non sapevamo che stessimo costruendo un pezzo di storia.

D - Non sapevo che era così tanto impegnata nel sociale.

R - Perché dovrei sbandierarlo ai quattro venti?

D - È anche stata, se non sbaglio, testimonial della Campagna di prevenzione contro l’osteoporosi condotta dall?AIPOS?

R - Sì. Sono sostenitrice dell’AISM (Associazione sclerosi multipla. N.D.R.) ma non mi va di parlare di queste cose, certe cose si fanno e basta.

D - La capisco perfettamente. Cambiamo discorso. La vediamo poco in tv, perchè non ha partecipato mai in ad un reality?

R - Mi credi? Me li hanno proposti tutti, anche con cifre esorbitanti, ma ho sempre detto no. Il mondo dell’arte non è un gioco. Ho voglia di andarmene all’estero, sono stanca del livello culturale che c’è nel nostro paese. Non stiamo alla frutta, siamo al caffè!

La ringrazio, la saluto e le stampo due baci sulle guance e mi sembra di conoscerla da sempre

Cosimo Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


Guido ha trentacinque anni.
Una vita di sacrifici. Ha fatto di tutto per sopravvivere: operaio, cameriere, muratore.
Tutti lavori legali. Tutti in nero però.
Quando lavorava come barista, ci andavano anche dei finanzieri e dei carabinieri e dei poliziotti e guardie penitenziarie, a prendere il caffè da Guido:
“Guido! Macchiato!” “Guido, decaffeinato che sono nervoso” “Guido, una grappa!”.
« Ma non gli è vietato in servizio? » pensava Guido.
La legge si accorge di te, solo quando cadi da un impalcatura o vieni maciullato da un macchinario infernale progettato da ingegneri con un master da settantamila euro svolto all’estero e pagato da papà. Guido ha conosciuto una ragazza, una brava ragazza.
Una dottoressa. Una pediatra a cui piacciono davvero i bambini. Guido all’inizio era titubante.
Ma i sentimenti non c’entravano nulla. Guido l’amava. L’ha amata dal primo sguardo.
Guido pensa di sposarla. E poi?
E poi ci vorrebbe andare a vivere insieme: ci vuole una casa!
C’è ne sono un mucchio sparse per la città.
Le foto A4 dell’agenzia immobiliare: i prezzi non sono proprio accessibili a tutti.
E Guido è uno di quei ‘tutti’.
La ragazza lo sa, e a lei non importa. Va all’ufficio postale e ritira tutti i soldi che la nonna le ha depositato per la prima comunione. Non sono tanti. Con l’inflazione sono gli stessi di vent’anni fa. Ma questo le nonne non lo sanno.
Dunque: possono solo permettersi un sottotetto.
La legge salta fuori dalle fogne e afferma che non è a norma. È troppo bassa e non si può respirare. “È un problema di norme igienico-sanitarie” afferma l’impiegato del catasto. “Però, tranquilli… ogni dieci anni esce un condono e potete regolamentarvi”.
“Cioè… quando esce il condono, noi paghiamo e… il sottotetto tutto d’un tratto diventa respirabile?” “Sì, è così”.
« Ma andate a fare in culo » ma Guido ha solo il coraggio di pensarlo. Deglutisce, fa un ampio respiro, guarda la ragazza, ed escono dall’ufficio del catasto mano nella mano.

Gino Ciaglia

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI

Cristo si è fermato ad Eboli è un romanzo di Carlo Levi. Probabilmente nel 1945, quando il libro fu pubblicato dall'editore Einaudi, nessun ebolitano avrebbe immaginato che quella frase gli sarebbe rimasta cucita addosso per gli anni futuri. Il romanzo, fin da subito, ebbe il favore della critica. Ma non solo. Fu un grande successo soprattutto per il pubblico di lettori raggiunto sia in Italia che all'estero. Entrò di diritto nei manuali di letteratura. Poi passò molto tempo, ben 34 anni e Francesco Rosi decise di tradurre il romanzo dalle pagine di un libro alle scene di un film. Un grande attore vestì i panni di Carlo Levi: Gian Maria Volontè. Dunque due sono le date importanti: 1945, la pubblicazione del libro; 1979, l'uscita del film nei cinema. Insieme all'opera di Levi e poi alla trasposizione cinematografica di Rosi il nome di Eboli entrò nei migliori salotti intellettuali del paese, nelle recensioni sui giornali e nelle chiacchiere di molte persone. La sua fama deve molto a Carlo Levi. Nonostante la sua storia millenaria Eboli non avrebbe potuto avere miglior pubblicità del titolo che Levi scelse per la sua opera. Ma attenzione, che solo di titolo si tratta! Infatti il romanzo di Levi non è affatto ambientato ad Eboli e Levi non conobbe mai Eboli. Solo una volta si fermò qui, ma da morto. Gli ebolitani gli vollero tributare gli onori per aver reso famoso in tutto il mondo il nome della loro cittadina. E allora da che cosa nasce quel titolo? Fu la stazione di Eboli ad impressionare Carlo Levi. Era di passaggio per raggiungere la Basilicata - il luogo designato dal regime fascista per il suo esilio- quando, probabilmente, vedendo la stazione ed il cartello con la scritta “Eboli” ebbe la felice ispirazione. Da Eboli in poi, proseguendo verso l'interno e quindi verso la Basilicata, il mondo sembrava essersi fermato. E quel mondo di contadini, di antiche tradizioni e vetuste leggende, Levi descriverà con ineguagliabile maestria nel suo libro.
La stazione di Eboli, oggi, non è la stessa che vide di passaggio Carlo Levi. Di lei rimangono solo pochi tristi binari. E Cristo sembra essersene andato da tempo.

Giuseppe Avigliano

SENZA FISSA DIMORA…. IN STRADA CON ONORE ED UMILTA’!

EBOLIDIVA AL 6° MOTORADUNO CITTA’ DI EBOLI

Ebolidiva è un progetto in continuo movimento, si cerca di essere presenti sul territorio in modo costruttivo nei vari settori ove sia possibile incidere anche se in modo minimo e senza troppe pretese.
In questo eterno movimento sul quale l’associazione ha basato i suoi principi, si aggiungono altri due elementi importanti prodotti dalle persone che compongono il gruppo: la prosecuzione incondizionata delle attività ludiche e sociali nel quartiere Pescara di Eboli…. Zona in continuo stato di abbandono sociale e, ancora oggi, vittima di inconcepibili lotte di interesse e, purtroppo, disinteresse…., e la simpatica e produttiva partecipazione ad un evento davvero importante per tutti gli ebolitani appassionati di motori: il 6° motoraduno Città di Eboli organizzato, come sempre in modo semplice, ma positivo, dall’associazione Eboli 2 ruote del presidente Rosario Cicalese.
Da aggiungere a questi due nuovi elementi ci sarebbe tanto, ma ci limitiamo solo a precisare che, nonostante il continuo impegno ed i sacrifici affrontati in onore di tanti minori “dimenticati” del quartiere Pescara, ebolidiva non ha ottenuto ancora il beneficio di una sede operativa dove poter offrire dei servizi importanti agli stessi minori ( laboratori, centri di ascolto, ecc, ecc), e dove poter garantire a tutti i residenti un punto di riferimento per eventuali problematiche legate a disservizi o urgenze varie.
In merito allo stand creato nel bel mezzo del moto raduno, infine, si può solo ringraziare di cuore l’associazione Eboli 2 ruote ed il suo presidente\amico Rosario Cicalese….. il sorriso dei tanti bambini che ci hanno accompagnato, la simpatia che ci ha contraddistinto, i colori che abbiamo offerto ai visitatori, la discrezione, il rispetto, l’umiltà ed il calore di chi ha potuto riempirsi e sorprendersi di tutto ciò…. Non hanno nessun altro commento che possa descriverli… grazie a tutti gli ebolitani che cominciano ad accorgersi di noi!!!

Anna Petrillo

IL PROFILO MIGLIORE DELLA NOSTRA CITTA’….LE ASSOCIAZIONI


EBOLI 2 RUOTE


L'associazione motociclistica Eboli 2 ruote è una associazione fondata dal sempre più attivo e simpatico Rosario Cicalese in collaborazione con i suoi amici motociclisti ebolitani. Grazie egli enormi sforzi compiuti, Eboli 2 ruote è stata capace di raggiungere il traguardo della 6° edizione del motoraduno Città di Eboli, nonostante le tante difficoltà logistiche, ambientali e comunicativi con alcuni esponenti dell’ordine urbano, anche questa edizione dell’evento motoristico cittadino per eccellenza ha avuto il suo importante successo di partecipazione e di pubblico.
La presenza massiccia di veri appassionati di moto ha permesso alla manifestazione di raggiungere un livello qualitativo soddisfacente, inoltre, considerata lo status di “visitatori” di tanti bikers accorsi al motoraduno, si è anche avuto modo di promuovere Eboli e le sue meraviglie con numerose visite guidate e spontanee nel centro storico e, inm particolar modo, nella biblioteca comunale.
L'associazione si occupa anche di viaggi organizzati oltre a manifestazioni motociclistiche, Eboli 2 ruote è conosciuta in tutta l'italia per i vari tour motociclistici.
Successivamente alla creazione di questa importante realtà, sono stati organizzati, in zona, altri club della stessa tipologia… questo sta a dimostrare la validità dell’idea ed il valore aggregativi e turistico che essa riesce a creare.
L’augurio che Rosario Cicalese e tutto il suo gruppo si fanno è che si metta in moto, seriamente, la macchina della prevenzione sugli incidenti stradali che riguardano, soprattutto, i mezzi a due ruote… c’è bisogno di maggiore severità nei controlli urbani per l’uso obbligatorio del casco e di una maggiore responsabilità da parte di tutti gli amici che amano i motori e la meravigliosa carezza del vento che sfiora il viso mentre si è alla guida di una bellissima moto…. Leggete attentamente tutto ciò che accade ogni giorno sulle strade e mettete in moto il cervello!!! ”Auguro a tutti i motociclisti una buona estate."


Cosimo Avigliano

martedì 26 maggio 2009

L'AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE.


VOTA ANTONIO

Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio...Siamo nel 2009 e questa campagna elettorale ebolitana possiamo considerarla una cartina di tornasole per analizzare la società di oggi. I candidati sono tanti. E fa sorridere il fatto che proprio i partiti che parlano di bipolarismo, sistematicamente in vista delle elezioni si scindano poi in liste civiche e simboli vari. Due, tre e più liste che fanno capo ad un unico partito. E questi sarebbero i grandi partiti in stile americano? Si sa: le idee sono americane, ma l'applicazione di esse avviene in stile ebolitano. Insomma, il partito a livello nazionale si applica; ad Eboli si interpreta. Ci ritroviamo a passeggiare per strada fra montagne di manifesti strappati e lasciati ai bordi dei marciapiedi. Tra faccioni rotondi affissi “abusivamente”. Tra sirene e messaggi audio diffusi a tutto volume dalla mattina alla sera. Se poi ti va proprio male, quei messaggi e quei faccioni te li sogni anche di notte, che bisbigliano al tuo orecchio: Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio!
Questo è il concetto di campagna elettorale ad Eboli: gridare più forte il proprio nome. Punto. Nessun programma, nessuna idea. Solo il nome. Vota Antonio. “Ma quale progetto ha Antonio per la Provincia?” La verità è che c'è un' incredibile piattezza culturale di fondo. I programmi sono quasi sempre gli stessi. Il linguaggio è preistorico. E la gente è sempre più disinteressata. Il 6 e 7 Giugno, quando arriveremo nella cabina elettorale, in base a che cosa sceglieremo di dare il nostro voto ad un candidato? Un parametro utile alla scelta potrebbe essere questo: do il voto a chi ha affisso meno manifesti, gridato di meno e piuttosto ha parlato alla gente.
Ma dovremo prima salvarci da quell'assordante "Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio!"

Ps. Antonio è un nome scelto a caso. Ma non troppo. Chi non conosce Antonio la Trippa? (Totò docet)

Giuseppe Avigliano

GINO CIAGLIA E LE SUE STORIE


LA GUERRA DEI MANIFESTI O MANIFESTI DI GUERRA?

Mi chiedo (come se non avessi nulla da fare tutto il giorno), penso, mi sforzo di capire…
Molte cose però non me le spiego. Viviamo in un paese senza regole. W L’ANARCHIA!
La politica è un po’ come Dio: se ne parla parla parla, ma non si vede mai.
Bisogna avere fede. E noi sono anni che abbiamo fede. Secoli.
In questo periodo di elezioni, quando passeggio per le strade del mio paese, mi è capitato di notare che gli spazi per le affissioni sono vuoti. I manifesti con i faccioni campeggiano sui pali, risaltano dai muri, dominano i cassonetti dell’immondizia.
Penso alla carta che sprechiamo, ai milioni di alberi troncati e fatti a pezzi e polverizzati e mi torna in mente la canzoncina che mi facevano cantare all’asilo “Per fare un tavolo ci vuole il legno… nananana…”.
Eppure…
Basterebbero trenta manifesti. Ognuno il suo spazio. Sarebbe anche bello da vedere.
Tutti quei colori: azzurro, rosso, giallo, verde. Una città più pulita.
Ognuno sceglie il suo candidato preferito.
Il sindaco ha dichiarato su un quotidiano “Basta così. Ognuno utilizzi il suo spazio previa multa salatissima”. Ma è come aver premuto il pulsante per lo sgancio della bomba atomica e poi chiedere scusa. È inutile. Certe cose devono essere prevenute.
E mentre cammino penso anche: che politico potrà mai essere uno che fa affiggere ai suoi scagnozzi manifesti abusivi? Un viso dei ‘Verdi’ sorride a denti stretti e ha stampato sulla fronte a caratteri cubitali RISPETTIAMO LA NATURA.
E la colpa non è del sistema o comunque di chi glielo consente.
La colpa è nostra! Che non capiamo. Non vediamo.
Diamo per scontato che la guerra dei manifesti è una guerra senza vittime.
Be’, no. Non è così.
Di notte come gatti in calore, litigano, fanno a pugni.
Come pipistrelli con il radar andato a male, girano a vuoto.
I più furbi si nascondono, sonnecchiano in auto prestate dal loro mandante e fanno la posta ai loro avversari, si camuffano come camaleonti per poi uscire e armati di scopina e colla coprendo la bandiera del loro avversario.
Lecchini e portaborse armati di accendino danno fuoco al manifesto del nemico.
La mattina tornano alla base come soldati scampati alla morte: ridono, si divertono, raccontandosi le loro gesta notturne, aspettando che la notizia arrivi al capo.
E mentre attendo in fila alla posta, l’odore acre di qualcuno che non si lava ma è lì per pagare la tassa sull’acqua, mi assale e penso all’odore che doveva esserci nelle trincee, quando si combatteva sul serio.
Quando si lottava per UNIFICARE!!! Quando i soldati erano UOMINI!!!
Quando eravamo TUTTI UNITI!!!
E quando valuto, che questi guerrieri senza ideologie sono i Nostri figli…
Mi sento già sconfitto. E come vorrei essere già morto per non vedere.

Gino Ciaglia

PICCOLI PASSI DA GIGANTE….


Ci eravamo lasciati con l’inizio di un nuovo progetto che la nostra associazione; ebolidiva, si apprestava a rivolgere ai tanti piccoli amici del quartiere Pescara ( la tanto amata\odiata 167), la strutturazione di tale iniziativa non era certo delle più semplici, vogliamo ricordare che siamo all’inizio e non godiamo certo ne di strutture ne di aiuti economici da pubblico e privato ( sono altri a goderne spacciandosi per ciò che non riescono ad essere), in ogni caso, quello che differenzia dal resto è la determinazione, quindi, grazie alla gentile ospitalità offertaci dal comitato di quartiere e dal presidente Modesto Mangieri, abbiamo avviato una nuova campagna di aggregazione ludica, per il momento è il massimo che si possa organizzare, ottenendo come risultato una inaspettata, ma graditissima, affluenza e la composizione spontanea di nuovi rapporti tra persone cariche di passione e i ragazzi e le ragazze del quartiere… ovviamente, non sono mancati anche i primi problemi causati da eccessiva vivacità di alcuni ragazzi e esagerata invidia di soggetti poco interessati allo sviluppo della zona ed al bene dei tanti minori che in essa vivono e si sviluppano…ma non fa certo paura questo tipo di negatività, gli obbiettivi della nostra associazione sono interamente a favore di eboli e di tanti ebolitani, ebolidiva, oggi, è una realtà che crescerà sempre di più e che cercherà sempre delle risposte per i problemi della città, lo faremo anche e soprattutto grazie all’aiuto di altri soggetti come il comitato di quartiere del rione Pescara ed i suoi responsabili… ma anche contro ogni invidia e presunzione che, in questi anni, non hanno fatto altro che portare la nostra città sempre più in basso!

Anna Petrillo

STORIE

( Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita” dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931 )

UMBERTINO L’IMBIANCHINO
Umbertino era un imbianchino più conosciuto con il nome di “Libertino”, questi era un triestino trapiantato ad Eboli e lavorava alla giornata…quando c’era lavoro!
Qualcuno lo considerava uno scansafatiche perché lo si vedeva sempre in giro malandato, camminava quasi sempre sui talloni e, pare, calzasse delle ciabatte. Questo Umbertino era un bevitore di vino, in quell’epoca ve ne erano tanti come lui, un giorno, mi ricordo, fui sgridato da mia madre perché giocavo con una scala molto alta con dei gradini molto larghi…quella scala era di Umbertino ed era la perché il proprietario l’aveva impegnata a causa di urgente bisogno di denaro.
Libertino aveva un estremo bisogno di soldi, tanto che un giorno si improvvisò muratore c’erano dei lavori in piazza “a fora a porta” e lui si presentò malandato al capomastro che, per pietà, lo ammise ai lavori. Tanti amici di Libertino accorsero per spiare come se la cavasse il loro compagno, ma dopo un po’ lo videro ritornare mesto sui suoi passi con un’aria molto triste… quando fu chiesto ad Umbertino il perché di quel broncio, la risposta fu che al capomastro non era piaciuto il modo di lavorare del triestino malandato e, dunque, al piccolo imbianchino non rimase che tornarsene a casa ancora senza un buon lavoro!

Cosimo Avigliano Senior

PERSONAGGI


VITO DEL PLATO ( FOTOGRAFO)
Per la rubrica dedicata ai tanti personaggi ebolitani che non godono certo del favore della ribalta mediatica, ma che, invece, lavorano, comunque, in modo costruttivo per se stessi e per la città, abbiamo incontrato, questo mese, un giovane fotografo molto conosciuto negli ambienti artistici frequentati dai giovani di Eboli; Vito Del Plato.
Tra le tante esperienze vissute dal nostro amico Vito possiamo ricordare; Fotografo di scena nel Film “Inseguito “ di Luca Guardabascio con Fabio Testi prodotto dalla N.U.C.T
( Nuova Università del Cinema e della Televisione) , ancora, Direttore della fotografia per un cortometraggio “ Chiamore o non chiamore? ) di Gino Ciaglia,
Fotografo per la 36° Edizione del Giffoni Film Festival per i servizi fotografici speciali, Fotografo ufficiale della Prima Edizione del Potenza Film Festival, e tanto altro.
Abbiamo scelto la formula delle otto domande per scoprire, almeno in parte, la sua personalità…

1) Partendo dal presupposto che la tua, prima che una professione sia una vera vocazione.. potresti raccontarci su quali basi essa si sia creata e quali sviluppi ha avuto nel tempo?
Si il presupposto è giusto! E’ una vocazione! E’ lei che ha scelto me, quasi rapito! Avevo 12 anni.
E’ inspiegabile il tutto. Era li, in un cassetto chiuso a chiave, li dove mio padre la riponeva dopo le rare volte che la tirava fuori per usarla! LA MACCHINA FOTOGRAFICA! Desiderata più di un giocattolo e trattata con riverenza quasi religiosa! Ricordo che rubai la chiave e la riprodussi con le lime, copiando il disegno dei denti! Dopo qualche ora riuscii nell’operazione e la chiave una volta inserita nella fessura svolgeva il compito egregiamente!
Mi affrancai la possibilità di accedere al mio sogno con un po’ di astuzia.
Scappavo, non appena avevo dei soldi della paghetta, a comprare un rullino! E SI cominciava!
La vecchia PRAKTICA dotata del corredo standard! I risultati non era eccellenti, diciamo anche mediocri, ma andavano bene, perché era una fase iniziale di sperimentazione. Con il tempo cominciai ad avere buoni risultati! Ebbi regalata anche l’attrezzatura per la camera oscura e all’età di 14 anni mi dilettavo nel mio garage a sviluppare le pellicole e a stampare le foto! B/N, di scarsa qualità a dire il vero, ma ero felice, la magia si ripeteva spesso! Quasi quotidianamente! E così una mano ideale, disegnava pian pianino le immagini catturate, prima dagli occhi e poi dalla pellicola. Una cosa che non si può spiegare!

2) Essere un fotografo, sopratutto oggi, equivale ad essere un artista.... come si manifesta questo aspetto nel momento dello scatto?
Mah! Non credo! Non esiste alcuna forma di automatismo tra l’essere fotografo e quindi artista!
Credo che ci sia una sostanziale differenza! O fai il fotografo o sei fotografo! Come dice un mio caro amico, e condivido pienamente: “… L’arte è essere, non divenire! “
Purtroppo, spesso, capita di usare le parole pensando di usarle propriamente! Le parole hanno un senso ed esprimono un qualcosa di preciso!
Molte persone, sedicenti “ ARTISTI “ lo scrivono anche sui bigliettini da visita! Non serve! Non puoi raccontare di essere quello che non sei e soprattutto, non è scrivendo “ ARTISTA “ su un bigliettino da visita che lo diventi! Come non è detto che se fai una scuola d’arte diventi scultore, pittore, regista o quant’altro!
Ci sono dei geni che sono riusciti a tirare fuori tanto, a creare tanto, proprio perché non hanno frequentato le accademie! Ne sarebbero usciti appiattiti, danneggiati! Questo non significa che questi ultimi non studino, lo fanno da se!

3) esiste un soggetto che preferisci ritrarre nei tuoi scatti?

Si! Preferisco ritrarre tutto ciò che mi colpisce, ma solo se so di poter raccontare qualcosa, o di raccontarlo diversamente!

4) quali sono stati i progetti che ti hanno dato più soddisfazioni?

Non te lo saprei dire! Ma c’è una ragione precisa! Le mie collaborazioni o progetti, hanno modo di essere per il fatto che sono libero di scegliere! Se una cosa mi prende, riesce a suscitare un forte interesse in me, ci metto tutto me stesso, cercando di fare al meglio, e quindi saranno sicura fonte di soddisfazione! Io fotografo per me prima e poi per gli altri. Il grado di soddisfazione non è relativo alla quantità di plausi o complimenti!

5) hai un tuo punto di rifermento preciso a cui ti sei ispirato...?

Beh! Io amo la pittura! Non sono un grande cultore ma la amo! E ti sembrerà banale ma te lo dico!
CARAVAGGIO!

6) ci descriveresti il tuo rapporto con le foto?

Il mio rapporto con le mie foto?
Be lasciamo stare! Anche tropo maniacale nel senso della “ gelosia”!
Ci metto sempre un po’ di tempo prima di decidere di mostrare le cose che faccio!
Ci sono foto, tante, fatte tempo fa! Ancora devo convincermi! Non le mostro ancora!

7) mostre future in programma?

Ho una mostra a Napoli a via San Sebastiano presso il Wine Bar BERE VINO dal titolo “ Les bacchantes “, le Baccanti, credo che la porterò avanti per un po’! Forse anche ad EBOLI qualora i signori della cultura s degnassero di ricordarsi di me.

8) per finire, come definiresti il ruolo del fotografo in questa società ?

Passo!

Cosimo Avigliano