sabato 24 gennaio 2009

I MERITI DELL’OASI NEL DESERTO

A volte un cittadino qualunque, uno che non vuole interessarsi di politica, non aspira a nessun ruolo nella società, non ha bisogno di nessuna vetrina, non insegue sue personali traguardi… insomma, uno qualunque, si trova spiazzato a sfogliare le pagine dei soliti giornali di cronaca locale e accorgersi che la realtà che lui, cittadino qualunque, è abituato, suo malgrado, a vivere non viene descritta e rappresentata come lui è costretto ad accettarla…..
Il concetto può sembrare di complicata concezione, ma è uno di quei malesseri più diffusi nel cittadino medio che provoca più rabbia e stupore di tante altre ilarità che si possono trovare tra le righe della sempre più “allegra” cronaca locale.
Giocare a fare gli eroi in qualche articoluccio gentilmente “offerto” dallo pseudo giornalista o pubblicista che dir si voglia di turno è fin troppo facile, a volte è anche giusto sottolineare quanto di buono una persona riesce ad esprimere….. lo fa anche il sottoscritto con immenso piacere quando riesce a cogliere qualche buon frutto dalla pianta del merito di alcuni….ma quando quei meriti proprio non ci sono, quando si ha la faccia tosta di provare a prendere in giro il lettore comune, il cittadino qualunque alludendo a vere e proprie “sciocchezze”, approfittando di un sassolino spostato per vantarsi di aver trascinato una montagna…. Beh, allora il disagio, la rabbia, lo sgomento, l’indignazione del cittadino qualunque di cui sopra…. Non può essere che una logica conseguenza!
Onde evitare di essere troppo vago e considerato il fatto di sapere perfettamente a cosa mi riferisco, porto come esempio la situazione attuale, ma cronica, di un quartiere di Eboli, la zona più complicata ed abbandonata del nostro territorio…. ( Forse non è consigliabile stilare una classifica del degrado perché potrebbe esserci di peggio…. Vedi San Nicola Varco….).
Il quartiere o Rione in questione è la tanto “odiata”, da ogni amministratore, zona 167, attualmente denominato Rione Pescara, una zona nella quale sembra difficile, anzi, impossibile avviare qualsiasi progetto di riqualificazione urbana e produttiva, un grande quartiere abbandonato da anni alle sue disgrazie, un luogo dove si continua a speculare sui disagi di tanti residenti, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per la prevenzione ed il recupero del disagio dei giovani, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per il sostegno agli indigenti, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per il controllo e la salvaguardia del territorio, dove esistono, ma non esistono, politici eletti grazie alla fiducia ed alla speranza di chi continua a sopravvivere in un luogo ostile e, a volte, invivibile!
E’ da un po’ di tempo che sulle pagine delle cronache locali continuano ad apparire articoletti che descrivono alcuni interventi effettuati nel quartiere come grandi opere capaci di dare finalmente una svolta alla zona, righe su righe di elogi a strani personaggi che, all’improvviso, diventano paladini di una questione mai affrontata sul serio per via di sudditanze, amicizie importanti, ecc, ecc.
Il cittadino qualunque, quello che, comunque, non si distrae dalla realtà, sa bene che un oasi nel deserto non può essere fonte di proclami festosi, lo sa perché, vivendo in quel quartiere, ha modo di costatare il nulla che continua a circondarlo, ha modo di verificare costantemente il disinteresse per i grandi problemi della zona, ha modo di accorgersi della scarsissima illuminazione, del degrado di troppi frazioni, dell’abbandono di troppe strutture, dell’inutilità di tante altre strutture, dell’assenza effettiva in strada di pseudo organi deputati a farlo per via di protocolli di intesa ed accordi morali, dell’immobilismo di organi creati per onorare le cause del quartiere ed, invece, continuano a latitare occupando, con abuso morale, strutture del comune che potrebbero essere destinate a soggetti ben più volenterosi……
Il cittadino qualunque sa bene che uno sviluppo commerciale ed urbano sarebbe il vero miracolo in quel deserto di civiltà… un deserto dove un bar, un chiosco, un alimentari e qualche officina…. Non possono determinare in modo favorevole il presente ed il futuro della zona, ed allora è anche più che normale che si possa seriamente arrabbiare di fronte alle belle parole scritte sulle pagine della cronaca locale per santificare uno o più soggetti per l’attivazione di un semaforo che giunge con secoli di ritardo, per un intervento di manutenzione sul manto stradale effettuato solo dopo svariate denunce da parte di cittadini qualunque, ecc, ecc.
I meriti sono qualcosa di facile da raggiungere se si ha a disposizione l’amicizia di un “compare” che ha la fortuna di scrivere su di un giornale, la cosa molto più difficile è essere onesti con se stessi e con i cittadini che non riescono a seguire certe dinamiche e si fidano di persone alle quali hanno delegato certe funzioni… essere onesti con il territorio, con la città, con chi ha il diritto ad abitare in un quartiere curato e sul quale si progettano soluzioni e non abbandono!
Ben vengano tutti gli sforzi da parte di ognuno, ma per carità, che nessuno abbia lo sciagurato coraggio di arrogarsi meriti che, di certo, non ha e non avrà fin quando non sarà indipendente da tutti e da tutto!

Cosimo Avigliano

UN DOLCE “NATALE DELL’EST” AD EBOLI

Tra i tanti appuntamenti “tradizionali” organizzati ad Eboli nel periodo natalizio, uno di quelli che più si è distinto per originalità e spiccato senso di globalizzazione è senz’altro la manifestazione proposta Domenica 4 gennaio 2009 dall’associazione culturale luna e l’altra “ IL NATALE DELL’EST”.
Un appuntamento avvenuto anche grazie al patrocinio dell’assessorato alle politiche sociali del comune di Eboli che si è svolto, con evidente e meritato successo, presso il Teatro Comunale Salita Ripa.
Tale appuntamento ha visto la celebrazione del Natale ortodosso per i tantissimi “amici” dell’Est Europa che vivono e lavorano nella nostra città, l’evento, però, non ha interessato esclusivamente loro, anzi, l’affluenza presso il Teatro di Salita Ripa ha visto protagonisti anche molti ebolitani che, chi mosso dalla curiuosità, chi dal giusto rispetto per una cultura a noi molto affine, si sono ritrovati a festeggiare il Natale ortodosso insieme ad amici ucraini, russi, ecc, ecc.
L’organizzazione di questa interessantissima manifestazione è stata curata dalla signora Zina Maioli, Presidente dell’Associazione “Luna e L’altra”, che, affrontando naturali problematiche logistiche ed ignorando i soliti tentativi di boicottaggio da parte dei soliti personaggi negativi sempre presenti, purtroppo, nella società ebolitana, ha saputo realizzare un evento che porta, ancora una volta, il nome di Eboli tra le città più attive nel settore dell’accoglienza e dell’integrazione, una caratteristica, questa, che sembra essersi affievolita in una città che ha sempre saputo dimostrare capacità umane e morali al di sopra della media ma che, negli ultimi periodi, non trova abbastanza volontà ed impegno nei soggetti che dovrebbero, come la signora Zina Maioli, mantenere fede ai loro principi.
L’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica dovrebbe tenere molto più conto di soggetti ed associazioni che dimostrano passione e volontà per determinati argomenti e garantire, soprattutto, serie e costanti verifiche nei confronti di quelle associazioni che, a differenza di realtà molto più umili ( come ad esempio l’associazione L’una e L’altra”) riescono, per mezzo di importanti amicizie e scandalosi compromessi, ad accedere a contributi sia comunali, che provinciali, che regionali i quali, la maggior parte delle volte, vengono “bruciati” in assunzioni di collaboratori inutili ( quasi sempre amici di amici), in pseudo attività di laboratorio che aiutano solo pseudo operatori ad aumentare il loro numero di ore retribuite, in scellerati acquisti di materiale utile solo alla causa di chi ha la responsabilità di spendere….
Verifiche opportune che eviterebbero il solito magna magna da parte di soggetti inadatti ed inadeguati alla causa, e che permetterebbero ai veri destinatari di quei fondi di goderne davvero e non per gioco.
Associazioni come “L’una e L’altro” dovrebbero essere lo stimolo per una rinascita seria e costruttiva del mondo associativo ebolitano, tanto ha dato Eboli alle politiche del terzo settore, dell’accoglienza, dell’integrazione….. tanto potrebbe ancora dare se non si lasciasse che questo sistema venga ancora affollato da veri speculatori e sciaccalli che nella solidarietà hanno trovato l’unico modo per ambire a qualche posizione di comdo nello scacchiere societario e determinare a loro piacere le dinamiche di un settore dove dovrebbe, invece, esistere un equilibrio imprenscindibile.
La speranza è che si possa continuare ad assistere ad iniziative come “Il Natale dell’Est” senza dover accettare il fatto che a queste importanti iniziative siano sempre più sporadiche e che i finaziamneti stanziati per il settore in questione, invece, aumentino sempre di più per chi, dal canto suo, non riesce a far altro che falsificare documenti e fatture facendo credere di aver svolto attività mai svolte ed aver investito per coloro che dovrebbero essere i veri fruitori somme mai destinate in pieno a loro.
La dimostrazione più classica dello stato attuale del mondo associativo eboilitano è l’assenza cronica delle associazioni ad appuntamenti di rilievo come il “Natale dell’Est”… se questa è solidarietà…….

Cosimo Avigliano

IL MESTIERE DI VIVERE…..

Che i periodo sia caratterizzato da una preoccupante crisi non sono certo io a scoprirlo e nemmeno mi sento autorizzato ad ingombrare con il mio inchiostro le migliaia di pagine riservate a questo triste argomento di attualità.
A questa crisi generale, però, si associano degli atteggiamenti reattivi da parte di alcuni personaggi di sicuro prossimo avvenire che riescono ad alleviarci, anche se per un istante, la tensione ed hanno il potere di “restituirci” il dono di un sorriso.
La vicenda alla quale mi riferisco appartiene, come spesso capita quando si tratta di notizie del genere, alla voce del popolo, una curiosità, quindi, ancora non del tutto verificata, ma che, considerato il momento critico, desta, comunque, un interesse abbastanza diffuso.
Il fatto riguarda uno scaltro signore, neo pensionato, che, in barba ad ogni sentimento di avvilimento, beffando i richiami dell’ozio e dell’immobilismo cronico si è letteralmente inventato un nuovissimo mestiere; Lo Sciacallo dei distratti!
Questa nuova forma di attività ( non ancora professionale….ma redditizia), si basa proprio sul concetto di superficialità di molti giocatori nel verificare le proprie possibilità di vincita sul gioco dei “gratta e vinci” e sui biglietti del lotto!
Certo, a, molti di noi può sembrare impossibile che si possano verificare tali “sciocchezze” da parte di chi investe comunque denaro per ambire ad una vincita, ma il dato di fatto è che questo ignoto signore ( il quale sarà sicuramente infastidito dall’attenzione rivolta alla sua “scoperta”), in poche settimane di intensa attività è riuscito a recuperare, sempre in base al racconto di radio popolo, una ingente somma di denaro semplicemente “rivisitando” i biglietti “gratta e vinci” e “ricontrollando” i numeri giocati al lotto e finiti nella spazzatura!
Il sistema è molto semplice; basta riuscire ad accedere ai cestini dei rifiuti situati nelle tabaccherie e ricevitorie del lotto o nelle apposite rivendite di “gratta e vinci”, sistemare tutti i “ricchi” rifiuti in appositi cartone accuratamente contrassegnati con nome dell’attività e via ove essa risiede, “visitare” quanti più esercizi possibili in orario di chiusura e, una volta a casa, cominciare a grattare e controllare i biglietti nel modo più scrupoloso possibile!
Tutto molto semplice e, a volte ( soprattutto quando si trova qualcosa), molto divertente, come lavoro credo sia davvero niente male, certo, essere considerati degli sciacalli non fa certo piacere a nessuno, infatti è questo l’unico impedimento per molti di noi, ma il periodo di crisi è davvero nel suo momento topico, la gente gioca ancora di più per coltivare la speranza di sottrarsi alle ristrettezze di questa dannato periodo, quindi, aumenta anche la percentuale di “scelleratezza umana” che permetterebbe agli sciacalli dei distratti di portare avanti questo loro progetto di vita ( momentaneo) e, magari, aprirebbe anche le porte ad un eventuale riconoscimento di tale categoria nelle figure professionali del settore “sciacallaggio”….. D’altronde, quante vincite non ritirate ritornano nelle casse dello stato e vengono investite per chissà quale incentivo alla classe politica o qualcosa di simile???
Il lavoro, oggi, è diventato un miraggio…. Se si riesce ad inventarselo che male ci può essere???
Buon lavoro a tutti, sciacalli e non!

Cosimo Avigliano

C’ERA UNA VOLTA AD EBOLI……

La storia è la storia e non si tocca…. O almeno dovrebbe essere questo uno dei principi portanti della razza umana ( prevalente su quella animale perché capace di svilupparsi nel tempo e dimostrare il dono dell’intelletto e della ragione…..).
La storia non è altro che un immenso libro dell’immaginario dove pagine su pagine si sovrappongono fino a costituire il passato dell’intera umanità!
La storia insegna, stimola la memoria, regola le dinamiche del mondo….., si erge a pilastro delle civiltà dei popoli illuminandoli con gocce di saggezza di valore inestimabile. La storia è tutto….ma, a volte, qualcuno, non sentendosi in grado si rispettarla…la distrugge!
Anche Eboli, anzi, soprattutto Eboli, possiede ed ha posseduto delle storie di spessore assai rilevante, ma, purtroppo, infangate dalla presunzione, dagli interessi, dalla mancanza assoluta di passione e rispetto verso i principi di base sulle quali quella storia si era formata.
Nel valzer dei “ C’era una volta ad Eboli” si potrebbero inserire alcune cose delle quali, la nostra città, si era sempre potuto vantare….
C’era una volta ad Eboli…un luogo meraviglioso ed accogliente chiamato Embrice, in questo angolo di paradiso, vedetta incantevole di tanta maestosità di questa storica e nobile città, tutti gli ebolitani, almeno una volta nella loro vita, hanno trovato attimi di pace e spiritualità, un gioiello della natura del quale amavano vantarsi… un pregio del quale non potranno più avvalersi, un pezzo di storia stroncato dallo spirito innovativo, alla deriva culturale ed all’insensibilità di alcuni amministratori che hanno cancellato un altro frammento di identità della nostra cara città.

C’era una volta ad eboli l’imponenza di due colonne e la maestosità di un albero secolare…… queste tre componenti erano i guardiani dell’ingresso in un area rurale confinante con il territorio di un piccolo comune adiacente ad Eboli; Campagna.
Per giungere in località “ A Maronn A Nov” era da quella postazione che si doveva transitare, la sensazione nell’attraversare le grandi colonne e trovarsi al cospetto dell’albero secolare era quella di stravolgere le abitudini del caos urbano ed essere introdotti in un oasi di pace, sentirsi circondato da estesi campi fioriti, avere l’istinto di alzare il piede dal pedale di accelerazione e guidare in completo stato di estasi, affascinato da un silenzio difficile da raggiungere……
Purtroppo, anche colonne ed albero hanno conosciuto la loro fine grazie all’intuito disfattista e la presunzione degli stessi amministratori di cui sopra!

C’era una volta ad Eboli una classe politica…… c’erano una volta ad Eboli dei politici….c’era una volta ad Eboli una politica…… lasciamo perdere……………..

C’era una volta ad Eboli un progetto di solidarietà, sostegno, supporto al disagio minorile, aggregazione, volontariato….. c’era un progetto creato da persone stupende, da veri angeli con un cuore grandissimo, persone indimenticabili, soggetti capaci di esprimere una passione smisurata per la solidarietà, individui colmi di sentimenti, umanità, amore…. C’era una volta ad Eboli un progetto di recupero della dignità umana, di umiltà, allegria….., un progetto che non aveva bisogno di risorse ulteriori perché già ricco di vere motivazioni morali….c’era una volta ed anche questo, oggi, non c’è più, grazie al cinismo di alcuni, all’insensibilità, all’opportunismo, agli interessi, alla presunzione di chi non ha avuto rispetto per la storia e per chi la storia ha saputo crearla fondandola su principi imprescindibili che, invece, sono violati e violentati da attuali “ir” responsabili inadatti ed inadeguati al ruolo di “operatori del settore”… dei veri deterrenti di un sistema basato su caratteristiche umane a loro sconosciute!

C’era una volta ad Eboli…. Il passeggio serale, soprattutto nei fine settimana, in Piazza Della Repubblica…..
C’era una volta ad Eboli il flusso di cittadini sul viale Amendola…..
C’era una volta ad Eboli il commercio………..
C’era una volta ad Eboli la grande, bella, divertente Fiera Campionaria…..
C’era una volta ad Eboli FeedBack………
C’era una volta il vero Agosto Ebolitano………
C’era una volta ad Eboli il concorso lirico Vissi D’arte………
C’era una volta ad Eboli molto di più di quanto adesso si può solo immaginare!!!

Cosimo Avigliano

domenica 18 gennaio 2009

I MERITI DELL’OASI NEL DESERTO


A volte un cittadino qualunque, uno che non vuole interessarsi di politica, non aspira a nessun ruolo nella società, non ha bisogno di nessuna vetrina, non insegue sue personali traguardi… insomma, uno qualunque, si trova spiazzato a sfogliare le pagine dei soliti giornali di cronaca locale e accorgersi che la realtà che lui, cittadino qualunque, è abituato, suo malgrado, a vivere non viene descritta e rappresentata come lui è costretto ad accettarla…..
Il concetto può sembrare di complicata concezione, ma è uno di quei malesseri più diffusi nel cittadino medio che provoca più rabbia e stupore di tante altre ilarità che si possono trovare tra le righe della sempre più “allegra” cronaca locale.
Giocare a fare gli eroi in qualche articoluccio gentilmente “offerto” dallo pseudo giornalista o pubblicista che dir si voglia di turno è fin troppo facile, a volte è anche giusto sottolineare quanto di buono una persona riesce ad esprimere….. lo fa anche il sottoscritto con immenso piacere quando riesce a cogliere qualche buon frutto dalla pianta del merito di alcuni….ma quando quei meriti proprio non ci sono, quando si ha la faccia tosta di provare a prendere in giro il lettore comune, il cittadino qualunque alludendo a vere e proprie “sciocchezze”, approfittando di un sassolino spostato per vantarsi di aver trascinato una montagna…. Beh, allora il disagio, la rabbia, lo sgomento, l’indignazione del cittadino qualunque di cui sopra…. Non può essere che una logica conseguenza!
Onde evitare di essere troppo vago e considerato il fatto di sapere perfettamente a cosa mi riferisco, porto come esempio la situazione attuale, ma cronica, di un quartiere di Eboli, la zona più complicata ed abbandonata del nostro territorio…. ( Forse non è consigliabile stilare una classifica del degrado perché potrebbe esserci di peggio…. Vedi San Nicola Varco….).
Il quartiere o Rione in questione è la tanto “odiata”, da ogni amministratore, zona 167, attualmente denominato Rione Pescara, una zona nella quale sembra difficile, anzi, impossibile avviare qualsiasi progetto di riqualificazione urbana e produttiva, un grande quartiere abbandonato da anni alle sue disgrazie, un luogo dove si continua a speculare sui disagi di tanti residenti, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per la prevenzione ed il recupero del disagio dei giovani, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per il sostegno agli indigenti, dove esistono, ma non esistono, organi competenti per il controllo e la salvaguardia del territorio, dove esistono, ma non esistono, politici eletti grazie alla fiducia ed alla speranza di chi continua a sopravvivere in un luogo ostile e, a volte, invivibile!
E’ da un po’ di tempo che sulle pagine delle cronache locali continuano ad apparire articoletti che descrivono alcuni interventi effettuati nel quartiere come grandi opere capaci di dare finalmente una svolta alla zona, righe su righe di elogi a strani personaggi che, all’improvviso, diventano paladini di una questione mai affrontata sul serio per via di sudditanze, amicizie importanti, ecc, ecc.
Il cittadino qualunque, quello che, comunque, non si distrae dalla realtà, sa bene che un oasi nel deserto non può essere fonte di proclami festosi, lo sa perché, vivendo in quel quartiere, ha modo di costatare il nulla che continua a circondarlo, ha modo di verificare costantemente il disinteresse per i grandi problemi della zona, ha modo di accorgersi della scarsissima illuminazione, del degrado di troppi frazioni, dell’abbandono di troppe strutture, dell’inutilità di tante altre strutture, dell’assenza effettiva in strada di pseudo organi deputati a farlo per via di protocolli di intesa ed accordi morali, dell’immobilismo di organi creati per onorare le cause del quartiere ed, invece, continuano a latitare occupando, con abuso morale, strutture del comune che potrebbero essere destinate a soggetti ben più volenterosi……
Il cittadino qualunque sa bene che uno sviluppo commerciale ed urbano sarebbe il vero miracolo in quel deserto di civiltà… un deserto dove un bar, un chiosco, un alimentari e qualche officina…. Non possono determinare in modo favorevole il presente ed il futuro della zona, ed allora è anche più che normale che si possa seriamente arrabbiare di fronte alle belle parole scritte sulle pagine della cronaca locale per santificare uno o più soggetti per l’attivazione di un semaforo che giunge con secoli di ritardo, per un intervento di manutenzione sul manto stradale effettuato solo dopo svariate denunce da parte di cittadini qualunque, ecc, ecc.
I meriti sono qualcosa di facile da raggiungere se si ha a disposizione l’amicizia di un “compare” che ha la fortuna di scrivere su di un giornale, la cosa molto più difficile è essere onesti con se stessi e con i cittadini che non riescono a seguire certe dinamiche e si fidano di persone alle quali hanno delegato certe funzioni… essere onesti con il territorio, con la città, con chi ha il diritto ad abitare in un quartiere curato e sul quale si progettano soluzioni e non abbandono!
Ben vengano tutti gli sforzi da parte di ognuno, ma per carità, che nessuno abbia lo sciagurato coraggio di arrogarsi meriti che, di certo, non ha e non avrà fin quando non sarà indipendente da tutti e da tutto!

Cosimo Avigliano

LA BOTTEGA DELL’ARTE


a cura di Roberto Forlano

YRES
La Rock-band YRES nasce nel lontano Febbraio del 1997 ad opera di Bruno Di Donato e Gianfranco Villano, rispettivamente voce e chitarra del gruppo. L'attuale line-up della band prevede inoltre Dario Torsello alla chitarra, Stefano Fiorillo alla batteria e Pasquale Palladino al basso.Il gruppo vanta nel proprio bagaglio musicale la produzione di quattro demo, più di trecento date live, numerosi passaggi radiofonici e televisivi sui maggiori network (Canale 5, Rai2, RadioRai, ALLMUSIC, RockTv... ) e l'alta rotazione di un singolo (Radiofonica),il cui video e' stato trasmesso da ALLMUSIC.Nel 2005 gli YRES hanno vinto “San Remo Rock 2005 Festival and Trends” come miglior band, nella stessa manifestazione inoltre si sono aggiudicati il premio della critica messo in palio dall'importante rivista “TV RADIO CORRIERE” e il premio come miglior bassista.Nel 2007 la rock band e' stata prima scelta per aprire con un clip la presentazione del nuovo disco de Le Vibrazioni all'Alcatrazz di Milano in onda su ALLMUSIC e poi si e' aggiudicata un concorso indetto da Bi.Live per la produzione del video del singolo Radiofonica trasmesso da ALLMUSIC.
Gli YRES nel giugno dello stesso anno sono stati ospiti di Red Ronnie al Roxy Bar, che li ha voluti anche al Motorshow alla Fiera di Bologna per il 4° Trofeo Miti della Musica-Volkswagen, svoltosi in Dicembre.
Il 2008 si apre con l'esclusione del nuovo brano, "48", dal Festival di Sanremo; eppure, paradossalmente, ciò si rivela una fortuna: il brano, dedicato al dramma dei padri separati, attraverso un tam tam sulla rete, diviene una sorta di "inno" delle associazioni dei papà separati, facendo balzare la band su importanti testate giornalistiche (Il Corriere della sera, TV Sorrisi e Canzoni), e su diversi palchi (come quello del Daddy's Pride di Roma).
Ad oggi la band è sotto produzione, con la Wide Production , e sta incidendo l’album d’esordio.

Roberto Forlano

GINO CIAGLIA….E LE SUE STORIE!



Il Giornale di Eboli è una voce libera: apartitico e apolitico.
Il Giornale di Eboli parla di Eboli!!! Sono fiero del Giornale di Eboli!
Abbiamo un giornale ad Eboli che si chiama Il Giornale di Eboli!
È bello è bello è bello, e poi ci scrivono tanti amici: mi confronto con i miei concittadini, leggo i loro pareri. Il giornale di Eboli è meraviglioso!
Cinquanta centesimi e il giornalaio mi consegna ventitrè pagine ancora calde di stampa.
Io lo compro sempre, ma soprattutto lo leggo. Il mese scorso l’ho letto fino all’ultima pagina.
Ed ecco cosa ha scoperto il vostro Gino Ciaglia…
Il Giornale di Eboli… Viene stampato ad Eb… ad Avellino!!! Non credevo ai miei occhi! Precisamente a Nusco, la città natale di Ciriaco De Mita, ve lo ricordate? (Presidente del Consiglio dall’ottantotto all’ottantanove, Parlamentare dal sessantatrè al novantaquattro nelle file della Democrazia Cristiana. Nel millenovecentosettantasei fu Ministro senza portafoglio per la Cassa del Mezzogiorno).
Se dubitate della mia parola, amici miei, andate all’ultima pagina e verificate!
E non fate quella faccia!
Ricordate le parole di quel capellone morto per noi a trentatre anni?
Da questo ho dedotto che i tipografi ebolitani sono una categoria di lavoratori indipendenti, molto religiosa.
In fondo, come dare torto ad un personaggio di così alta timbratura pardon; levatura.
A quanto pare tutti i tipografi del nostro paese sembrano fatti con lo stampino.
“Nemo profeta in patria”.

C’ERA UNA VOLTA AD EBOLI……



La storia è la storia e non si tocca…. O almeno dovrebbe essere questo uno dei principi portanti della razza umana ( prevalente su quella animale perché capace di svilupparsi nel tempo e dimostrare il dono dell’intelletto e della ragione…..).
La storia non è altro che un immenso libro dell’immaginario dove pagine su pagine si sovrappongono fino a costituire il passato dell’intera umanità!
La storia insegna, stimola la memoria, regola le dinamiche del mondo….., si erge a pilastro delle civiltà dei popoli illuminandoli con gocce di saggezza di valore inestimabile. La storia è tutto….ma, a volte, qualcuno, non sentendosi in grado si rispettarla…la distrugge!
Anche Eboli, anzi, soprattutto Eboli, possiede ed ha posseduto delle storie di spessore assai rilevante, ma, purtroppo, infangate dalla presunzione, dagli interessi, dalla mancanza assoluta di passione e rispetto verso i principi di base sulle quali quella storia si era formata.
Nel valzer dei “ C’era una volta ad Eboli” si potrebbero inserire alcune cose delle quali, la nostra città, si era sempre potuto vantare….
C’era una volta ad Eboli…un luogo meraviglioso ed accogliente chiamato Embrice, in questo angolo di paradiso, vedetta incantevole di tanta maestosità di questa storica e nobile città, tutti gli ebolitani, almeno una volta nella loro vita, hanno trovato attimi di pace e spiritualità, un gioiello della natura del quale amavano vantarsi… un pregio del quale non potranno più avvalersi, un pezzo di storia stroncato dallo spirito innovativo, alla deriva culturale ed all’insensibilità di alcuni amministratori che hanno cancellato un altro frammento di identità della nostra cara città.

C’era una volta ad eboli l’imponenza di due colonne e la maestosità di un albero secolare…… queste tre componenti erano i guardiani dell’ingresso in un area rurale confinante con il territorio di un piccolo comune adiacente ad Eboli; Campagna.
Per giungere in località “ A Maronn A Nov” era da quella postazione che si doveva transitare, la sensazione nell’attraversare le grandi colonne e trovarsi al cospetto dell’albero secolare era quella di stravolgere le abitudini del caos urbano ed essere introdotti in un oasi di pace, sentirsi circondato da estesi campi fioriti, avere l’istinto di alzare il piede dal pedale di accelerazione e guidare in completo stato di estasi, affascinato da un silenzio difficile da raggiungere……
Purtroppo, anche colonne ed albero hanno conosciuto la loro fine grazie all’intuito disfattista e la presunzione degli stessi amministratori di cui sopra!

C’era una volta ad Eboli una classe politica…… c’erano una volta ad Eboli dei politici….c’era una volta ad Eboli una politica…… lasciamo perdere……………..

C’era una volta ad Eboli un progetto di solidarietà, sostegno, supporto al disagio minorile, aggregazione, volontariato….. c’era un progetto creato da persone stupende, da veri angeli con un cuore grandissimo, persone indimenticabili, soggetti capaci di esprimere una passione smisurata per la solidarietà, individui colmi di sentimenti, umanità, amore…. C’era una volta ad Eboli un progetto di recupero della dignità umana, di umiltà, allegria….., un progetto che non aveva bisogno di risorse ulteriori perché già ricco di vere motivazioni morali….c’era una volta ed anche questo, oggi, non c’è più, grazie al cinismo di alcuni, all’insensibilità, all’opportunismo, agli interessi, alla presunzione di chi non ha avuto rispetto per la storia e per chi la storia ha saputo crearla fondandola su principi imprescindibili che, invece, sono violati e violentati da attuali “ir” responsabili inadatti ed inadeguati al ruolo di “operatori del settore”… dei veri deterrenti di un sistema basato su caratteristiche umane a loro sconosciute!

C’era una volta ad Eboli…. Il passeggio serale, soprattutto nei fine settimana, in Piazza Della Repubblica…..
C’era una volta ad Eboli il flusso di cittadini sul viale Amendola…..
C’era una volta ad Eboli il commercio………..
C’era una volta ad Eboli la grande, bella, divertente Fiera Campionaria…..
C’era una volta ad Eboli FeedBack………
C’era una volta il vero Agosto Ebolitano………
C’era una volta ad Eboli il concorso lirico Vissi D’arte………
C’era una volta ad Eboli molto di più di quanto adesso si può solo immaginare!!!

Cosimo Avigliano

PERSONAGGI DI EBOLI


“ GIANNI BELMONTE ”

Nell’ambito di un progetto di introspezione della società ebolitana e della giustissima riconoscenza dovuta dall’intera comunità a personaggi verso i quali scarso è l’interesse dell’opinione pubblica, ma fondamentale è il valore effettivo per le dinamiche artistiche, sociali e professionali che, costantemente, garantiscono alla città, noi di ebolidiva, progetto socio-culturale gentilmente ospitato dal giornale di Eboli che preserva, come massimo principio ed aspirazione, proprio la promozione delle risorse umane e culturali della nostra cittadina.
In questo nuovo segmento dedicato ai personaggi ebolitani, abbiamo incontrato un amico che, secondo il nostro umile parere può essere considerato uno degli ultimi, veri artisti della nostra città.
Riconosciuto ed apprezzato cantautore di notevole spessore, Gianni Belmonte conserva con evidente gelosia e testardaggine tutte le caratteristiche del genere rock che lo hanno sempre contraddistinto nel panorama artistico locale.
La sua grinta, nonostante un evidente stato di calma apparente, sembra rimanere la stessa di un tempo, un’intelligenza evidente cavalca espressioni e reazioni decisamente crude e crudeli per intensità e senso della realtà, un vero esponente di un genere, il rock, appunto, che mantiene intatti i suoi principi di personaggio scomodo e fuori da ogni schema.

D- Gianni, ti poniamo, come prima domanda, la più ovvia che si possa porre: a che punto è il tuo percorso artistico attualmente???

B- Sono in una fase di selezione e riflessione…….la selezione riguarda due aspetti ben precisi; le collaborazioni a cui riferirmi, intese non nel senso artistico, ma, soprattutto personale, e la selezione di brani da proporre. La mia lista di canzoni scritte e musicate da me è abbastanza lunga e variegata….
Per quanto riguarda la riflessione, è intesa come un approccio più riflessivo sulla vita in generale…. Scrivo di meno rispetto agli anni precedenti per un motivo specifico, aspetto nuovi stimoli su cui potermi esprimere! Il tipo di vita svolto fino a qualche tempo fa, mi ha sufficientemente descritto sotto il profilo personale, ho capito che avevo bisogno di svolte decisive ed ho cominciato un mio percorso che da un nuovo corso alle mie caratteristiche… aspetto di capire dove posso arrivare e cosa posso raggiungere.

D- La domanda mi sorge spontanea, scusami; ma perché questa selezione, non credi che un artista dovrebbe esprimersi in base al suo istinto???

B- Come dicevo nella risposta precedente, questa è una fase della mia vita che ha determinato cambiamenti, ti spiego la selezione sui brani con un semplice concetto: “ Le persone, coloro che si rivolgono alla musica ed all’arte in genere, sono infastiditi dai contenuti!”….. allora io voglio provare un percorso diverso, voglio cominciare a fare paura con i miei contenuti… mi piacerebbe che le persone non si fermassero ai significati….ma cercassero il significante!

D- I tuo lodevole impegno alla sala prove comunale ti permette di essere costantemente a contatto con la musica e con i giovani musicisti, ma, soprattutto, ti permette di essere osservatore privilegiato del rapporto tra le due parti, come intendono la musica, oggi, i giovani?

B- Questa domanda mi “costringe” ad essere schietto…. E la schiettezza, purtroppo, essendo sintomo di verità, provoca spesso fastidio. Ad ogni modo, sono abituato a dire quello che penso e quello che penso sul panorama artistico locale, nazionale ed internazionale è che, oggi, non vi sia alcun artista in circolazione capace di creare dei sussulti…..
Le caratteristiche dei nuovi “fenomeni da baraccone” sono sempre le stesse: povertà assoluta di idee, voglia di apparire, infinita ipocrisia e “fighettismo” a volontà!!!
Tale presunzione si manifesta in modo generale, non c’è voglia ne capacità di confrontarsi, sembrano tutti omologati ad un prototipo di artista studiato in laboratorio, tutti imitatori di 4° categoria seguiti, e questo è il punto più triste, da un branco di pecore malate di passività!

D- Cosa pensi del panorama musicale ad Eboli?

B- Non vi è alcun dubbio che questa città è patria di tantissimi bravi musicisti ed artisti in genere, ma questo fertilità di creatività non riesce a sintonizzarsi con un indispensabile spirito di unione che renderebbe il quadro artistico locale davvero interessante, non c’è alcuna unità di intenti, troppa dispersione, troppi personalismi, troppi collegamenti sciagurati con i mondo della politica che non fanno certo le fortune dell’arte ed in particolare, almeno ad Eboli, della musica. A volte si ha l’impressione che bisogna possedere la tessera di un partito per ottenere un minimo di attenzione….
Il problema è che Eboli non è una grande città dove è possibile allargare i propri orizzonti, di conseguenza anche la mente di alcuni ebolitani rimane inaccessibile a determinate dinamiche… così come le strade, anche i discorsi, nella nostra città, rimangono sempre gli stessi, uguali ed immutabili nel tempo….. Purtroppo, mi tocca ammetterlo ancora una volta; E triste vivere al Sud!!!!

D- Progetti futuri?

B- Stiamo lavorando….. chi si ferma è perduto!
Più che svelare i mie progetti futuri, cosa che per scaramanzia ed umiltà non sono abituato a fare, vorrei concentrarmi sul futuro della musica e dell’arte in genere…. Ci sono molte energie giovani che hanno tanta positività da esprimere, nonostante tutta la tristezza che attualmente ci circonda, sono convinto che esistono persone in grado di dare una svolta, ma questi giovani non li trovi certo tra i tanti “inutili” frequentatori dei bar, questi ragazzi vanno cercati, incoraggiati ad affrontare con passione il percorso artistico… c’è voglia di cambiamento nell’aria, però sono eccessive le difficoltà da superare… uno dei primi punti, costante spina nel fianco del nostro meridione, la continua migrazione di giovani di valore verso le regioni del Nord…..
In fondo al mio cuore rockettaro si nasconde comunque una speranza di rinascita culturale della mia triste terra!

Cosimo Avigliano

IL MESTIERE DI VIVERE…..



Che i periodo sia caratterizzato da una preoccupante crisi non sono certo io a scoprirlo e nemmeno mi sento autorizzato ad ingombrare con il mio inchiostro le migliaia di pagine riservate a questo triste argomento di attualità.
A questa crisi generale, però, si associano degli atteggiamenti reattivi da parte di alcuni personaggi di sicuro prossimo avvenire che riescono ad alleviarci, anche se per un istante, la tensione ed hanno il potere di “restituirci” il dono di un sorriso.
La vicenda alla quale mi riferisco appartiene, come spesso capita quando si tratta di notizie del genere, alla voce del popolo, una curiosità, quindi, ancora non del tutto verificata, ma che, considerato il momento critico, desta, comunque, un interesse abbastanza diffuso.
Il fatto riguarda uno scaltro signore, neo pensionato, che, in barba ad ogni sentimento di avvilimento, beffando i richiami dell’ozio e dell’immobilismo cronico si è letteralmente inventato un nuovissimo mestiere; Lo Sciacallo dei distratti!
Questa nuova forma di attività ( non ancora professionale….ma redditizia), si basa proprio sul concetto di superficialità di molti giocatori nel verificare le proprie possibilità di vincita sul gioco dei “gratta e vinci” e sui biglietti del lotto!
Certo, a, molti di noi può sembrare impossibile che si possano verificare tali “sciocchezze” da parte di chi investe comunque denaro per ambire ad una vincita, ma il dato di fatto è che questo ignoto signore ( il quale sarà sicuramente infastidito dall’attenzione rivolta alla sua “scoperta”), in poche settimane di intensa attività è riuscito a recuperare, sempre in base al racconto di radio popolo, una ingente somma di denaro semplicemente “rivisitando” i biglietti “gratta e vinci” e “ricontrollando” i numeri giocati al lotto e finiti nella spazzatura!
Il sistema è molto semplice; basta riuscire ad accedere ai cestini dei rifiuti situati nelle tabaccherie e ricevitorie del lotto o nelle apposite rivendite di “gratta e vinci”, sistemare tutti i “ricchi” rifiuti in appositi cartone accuratamente contrassegnati con nome dell’attività e via ove essa risiede, “visitare” quanti più esercizi possibili in orario di chiusura e, una volta a casa, cominciare a grattare e controllare i biglietti nel modo più scrupoloso possibile!
Tutto molto semplice e, a volte ( soprattutto quando si trova qualcosa), molto divertente, come lavoro credo sia davvero niente male, certo, essere considerati degli sciacalli non fa certo piacere a nessuno, infatti è questo l’unico impedimento per molti di noi, ma il periodo di crisi è davvero nel suo momento topico, la gente gioca ancora di più per coltivare la speranza di sottrarsi alle ristrettezze di questa dannato periodo, quindi, aumenta anche la percentuale di “scelleratezza umana” che permetterebbe agli sciacalli dei distratti di portare avanti questo loro progetto di vita ( momentaneo) e, magari, aprirebbe anche le porte ad un eventuale riconoscimento di tale categoria nelle figure professionali del settore “sciacallaggio”….. D’altronde, quante vincite non ritirate ritornano nelle casse dello stato e vengono investite per chissà quale incentivo alla classe politica o qualcosa di simile???
Il lavoro, oggi, è diventato un miraggio…. Se si riesce ad inventarselo che male ci può essere???
Buon lavoro a tutti, sciacalli e non!

Cosimo Avigliano

STORIE

( Brevi cenni di memoria estrapolati dal libro “Frammenti di vita” dell’autore Cosimo Avigliano Senior nato ad Eboli il 14 Gennaio 1931 )

Nel 1939, frequentavo la terza elementare, avevo otto anni e ricordo che in quell’anno ci fu la morte di Papa Pio XI al quale successe Papa Pacelli. La disgrazia che più mi colpì, però, fu la sciagura aerea che privò Eboli di un grande uomo capace di raggiungere i gradi di capitano a soli 32 anni e di diventare capitano di una squadriglia acrobatica.
Lino Calabrese morì il 5 giugno del 1939 mentre volava nel cielo di Lonate Bozzolo, tante volte aveva sorvolato i cieli di Eboli, sua città del quale andava fiero.
Ricordo che i suoi funerali furono imponenti, la carrozza funebre era guidata da Don Ciccio Merla in persona, erano rare le volte che non si affidava al suo fidato “Pisciotta”, e quella era una di quelle occasioni. Il feretro fu osannato dai più valenti uomini e dai gerarchi fascisti del luogo, vi era il segretario del partito, il federale di Salerno, Bochiccio e tanti ufficiali in alta uniforme.
Io e tanti altri bambini ci arrampicammo su una lamiera para acqua del Palazzo Panico per vedere il triste spettacolo, riconobbi il mio medico curante, Dott. Imparato, il farmacista e tanti altri ebolitani.
Il Capitano Calabrese fu sepolto nel cimitero di Eboli ed ancora oggi, anche se un po’ dimenticata, la sua tomba illumina il cimitero cittadino

Cosimo Avigliano senior

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE


2048
Jonny tornò ad Eboli, dopo aver fatto fortuna in America. Lasciò la sua terra quaranta anni prima, quando ancora prendeva il latte dal biberon. Il suo sogno era sempre stato quello di tornare, un giorno. E finalmente quel momento tanto atteso stava per arrivare. Con la sua Chevrolet svoltò allo svincolo autostradale di Eboli: disse masticando fra i denti. Svoltò a sinistra e percorse la strada in direzione del centro. Jonny (Giovanni, per gli amici di infanzia) notò una certa familiarità con quelle strade, quei profumi, quei luoghi che per tanti anni aveva potuto soltanto sognare. Ma fu all'approssimarsi di rione S. Giovanni che quella corrispondenza d'affetti si sarebbe improvvisamente sfasciata. Superata una prima rotatoria, Jonny si trovò sull'imbocco di una seconda, più grande. E dal finestrino, alla sua sinistra scorse un tripode...un trespolo...un ciclope a tre piedi! Chiese al navigatore satellitare: “Cos'è questo?” e l'aggeggio di ultima generazione fece una ricerca istantanea. “This is O2, opera avveniristica di Alfonso Vocca. Welcome to Eboli.” Dubitò Jonny, ma continuò il suo cammino. Passò per Viale Amendola, fiancheggiò Piazza della Repubblica e si spinse fin Piazza Borgo. Al centro della piazza una bocca nera, che emetteva scarichi di marmitta, introduceva ad un parcheggio sotterraneo. “E cos'è questo?” chiese Jonny. Non gli sembrava vero che un angolo cruciale della sua vecchia Eboli fosse stato deturpato per affittare quattro box auto del cavolo ai ricchi del quartiere.
Era stanco e decise di rifugiarsi in alto, dove sempre andava a prendere il fresco da bambino: sopra L'Ermice. Lasciò l'auto poco più in giù e fece quattro passi. Al quinto, un forte sussulto lo assalì: dove era la fontana? E dov'era quel luogo discreto, sospeso fra la città e la collina? Cos'era quel muro, quelle ringhiere di ferro, quel cemento? Un belvedere di nome, una sciagura di fatto. Salì, si affacciò e scorse il dorso nudo di Eboli. In tasca aveva un biglietto di ritorno per gli USA. Avrebbe voluto stracciarlo una volta tornato nel suo paese. Adesso, invece, lo stirava fra le mani. Sarebbe ripartito presto, e stavolta per sempre.
Giuseppe Avigliano

RDL – LE FREQUENZE DELLA PASSIONE


Il 19 luglio 2007, grazie all’impegno della storia della radio ad Eboli; Antonio Fresolone, ed alla medesima passione di Luigi Carbone, le voci di Eboli ritornano a cavalcare le onde della radio.
A distanza di un anno e mezzo dal loro ritorno, abbiamo voluto incontrare i meravigliosi ragazzi di RDL ( radio diffusione libera), il nostro interlocutore è stato uno dei pilastri della radio; Mario Laudati, mentre, di fronte a noi, oltre la vetrata Antonio Fresolone in regia e Maria Rosaria Sica al microfono conducono l’ennesimo programma.
Abbiamo cominciato col chiedere a Mario cosa può spingere una persona ad impegnarsi in un progetto così arduo…. Mario non può far altro che sorridere, lui è uno dei tanti esempi della “follia” che può innescare una passione del genere; cuoco affermato, realizzatosi in vari ristoranti del nord con importanti margini di crescita professionale ed economica… eppure il carattere estroverso, l’allegria, la voglia di comunicare…. Hanno avuto la meglio su ogni altro progetto!
La nostra curiosità è solo all’inizio, così chiediamo a Mario quale impatto ha avuto il ritorno della radio ad Eboli dopo anni di completo silenzio…
L’espressione del nostro amico speaker, a questo punto, diventa un po’ più seria, l’inizio, ci dice, non è stato dei più facili, il predominio delle radio nazionali lasciava poco margine di ascolti, ma la determinazione, la consapevolezza di poter costruire un serio strumento di informazione locale e risvegliare i sentimenti di identità e di appartenenza dei propri concittadini non hanno lasciato spazio allo scoraggiamento, innescando, anzi, ancora più motivazione.
All’inizio, continua Mario, gli ebolitani sembravano stupiti dalla parola radio, era evidente il distacco provocato da tanti anni di assenze dello strumento di comunicazione al quale erano legati un tempo, il nostro lavoro si è basato anche su questo aspetto, superare il muro di indifferenza eretto dagli ebolitani, in questa ottica è avvenuto il cambio di sede della radio che da un piccolo vicolo della città si è trasferita in pieno centro al cospetto della grandissima e bellissima Piazza della repubblica.
Poniamo a Mario una domanda diciamo “obbligatoria”; quale stimolo ha trasmesso la radio ai tanti giovani ebolitani e quali stimoli stanno dando loro alla radio?
Mario ci racconta di una risposta molto positiva dei giovani, lo stimolo è servito sia a loro che alla stessa radio per continuare a costruire un progetto di valore, oggi il palinsesto è composto soprattutto da ragazzi che, come noi, hanno voglia di fare radio, questo non può che essere una ottima prospettiva, inoltre, la radio si pone come obbiettivo anche quello di ergersi a vetrina per i tanti musicisti ebolitani che, altrimenti, non avrebbero tante possibilità di mettersi in mostra.
Gli obbiettivi del palinsesto attuale di Radio RDL sono studiati scrupolosamente per permettere alla radio di entrare nella maggior parte delle case abolitane: la mattina si distingue per una programmazione rivolta soprattutto ai commercianti, agli uffici ed alle casalinghe, il pomeriggio è interamente rivolto ai giovani ed alle loro esigenze musicali, in serata, invece, RDL si orienta sulla diffusione di musica specializzata di vario genere avvalendosi di svariate collaborazioni di persone competenti ed artisticamente mature.
Radio RDL trasmette sulle frequenze 91.600 e, grazie a recenti investimenti che sono costati sacrifici immani ai responsabili, si può ascoltare in una vasta area della piana del sele, inoltre, per essere maggiormente accessibile a tutti, soprattutto a quegli ebolitani che, per lavoro, per studio o per necessità sono lontani dalla loro città e che vogliono sentirsi ancora legati alla loro terra, è possibile trovare la radio in streaming sul sito http://www.rdlradio.com/
L’ultima delle nostre domande a Mario è che cosa si aspettano, i ragazzi di RDL dal futuro.
La nostra speranza, ci dice il nostro amico, è di poter realizzare una radio sempre più al servizio della città con ampi sguardi verso il resto della provincia, non nascondiamo di sognare un futuro più solido sotto ogni profilo, il cammino è ancora lungo, ma la prospettiva di unire il gusto della passione all’esigenza di un lavoro ci da modo di impegnarci ancora di più e provare a “regalare” uno strumento di svago e di opportunità ai tanti giovani di Eboli che potrebbero trovare spazio nel mondo della radio.
Anna Petrillo