giovedì 31 dicembre 2009

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

TESTA O CROCE

Il crocifisso nelle scuole. E’ uno dei temi più caldi del momento sia a livello nazionale che a livello europeo. Ma quando entra il crocifisso nelle scuole? Era il 1929. Il fascismo stringe un accordo con la Chiesa, i meglio noti Patti Lateranensi. La religione cattolica diventa religione di stato. L’arredo scolastico di ogni classe, oltre a banchi e lavagne, prevede un crocifisso ed il ritratto del Re. Con la caduta del fascismo cade il re. Non il Crocifisso. Che resta appeso, nonostante la laicizzazione dello Stato avvenuta attraverso la Costituzione repubblicana e gli accordi di Villa Madama del 1984, firmati da Bettino Craxi. Dunque, toglierlo o non toglierlo questo crocifisso?
Nelle scuole di Eboli, come in quelle di tutta Italia, resta rigorosamente appeso alla parete. E continuerà a restarci, probabilmente, ancora per lungo tempo. Sarebbe auspicabile si aprisse un dibattito fra i giovani su questo tema. La società è in continua evoluzione. Anche Eboli comincia a diventare sempre più multi etnica. Le culture che si incontrano fra le mura di una classe non sono necessariamente uguali. E il più delle volte la diversità è fra gli stessi italiani. La religione cattolica ne rappresenta la stragrande maggioranza. Ma fette sempre più grandi di popolazione sono laiche. E’ da qui che dovrebbe partire un appassionato dibattito. Ha ancora senso mantenere il simbolo cattolico nelle istituzioni pubbliche? In molti, in troppi, ne fanno una questione di principio. In realtà è tutt’altro. Lo stesso Gesù offre un esempio chiarissimo di grande laicità quando in Marco 12, 13-17 dice: “Date a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio.” Insomma le istituzioni sono una cosa. La fede è tutt’altro. A volte sembra che ci si riduca a difendere i simboli, dimenticando il loro stesso valore.
Giuseppe Avigliano

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