domenica 14 dicembre 2008

GINO CIAGLIA….E LE SUE STORIE!


Da nove anni, abito in Corso Garibaldi, il ‘fegato’ del centro storico.
Prima, però, abitavo, in via Annibale Piccinelli… rione Pescara... ‘167’.
A parte avermi svaligiato due volte la casa, non è successo mai nulla.
Si trovava facilmente parcheggio per la macchina, si pagava pochissimo di fitto e potevi fare tutto quello che volevi e nessuno ti diceva niente. È lì che ho imparato che se vedo un uomo appeso al canalone, di certo non sta facendo free climbing. Lì, ho anche imparato che è inutile andare in caserma dai Carabinieri a fare la denuncia contro ignoti; tanto lo sanno chi sono ‘gli ignoti’.
Sono cresciuto con una forma lieve di… risentimento verso quella zona.
Poi tutto è cambiato. Un anno i commercianti di Piazza della Repubblica mi hanno vestito da Babbo Natale e un bambino di quella zona mi consegnò questa lettera.

Caro babbo natale sono un bambino di sei anni mi chiamo Gianni malgrado la mia età io rubo già. Me l’ha insegnato il mio papà e a lui il nonno che sta di là al cimitero. La mamma mi sgrida se non porto a casa almeno una ferita dice che non miimpegno e che non sono bravo come mio fratello Dario. Questo è vero Dario è bravissimo si arrampica ai balconi velocissimo, apre porte blindate senza rumore e in una mano ha un televisore. (Ed un video registratore N.D.R.). Caro babbo natale vorrei che non piovesse mai, se piove a scuola non vado perché i miei stanno a letto a russare e ronfare. Per natale caro babbo natale puoi portarmi mica un ombrello?
Seno me lo devo arrubare.

*Gli errori ortografici sono a cura del mittente.

Gino Ciaglia

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