lunedì 25 gennaio 2010

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE

Lettera a Babbo Natale (scritta in ritardo)

Caro Babbo Natale,
quest’anno ho pensato di scriverti in ritardo, per un semplice motivo. Non ho
mai creduto che tu leggessi di persona tutte le lettere che ti
scrivono. E’ un lavoro immane, e non basterebbe una vita. Ti scrivo ora
che la tua casella postale è vuota, così son certo che la leggerai tu,
e non qualche elfo, la mia missiva.
L’anno che è appena arrivato mi
auguro porti tante cose buone. Per tutta la mia città, possibilmente.
Tra pochi mesi sarà eletta una nuova amministrazione. Nuovi
consiglieri, nuovi assessori, nuovo sindaco, forse. Come ogni nuovo
inizio c’è la voglia di fare bene, di cambiare, di pensare in grande.
Il Mare! Dobbiamo valorizzare la risorsa del mare! Urlano. Il lavoro!
Bisogna dare occasioni ai nostri giovani. Pensano. Eboli deve
rialzarsi, stiamo cercando le stampelle da fornirgli. Dicono. Fatto
sta, caro Babbo Natale, che io agli slogan e ai comizi neppure ci credo
più. Per quest’anno, la prima delle mie richieste è questa: fa che ci
propinino meno chiacchiere. Poi spero che a Palazzo di città siedano
persone responsabili. Al bando i trasformisti, gli opportunisti, i
leccaculo e gli zimbelli. Qui dicono che le ideologie non esistono più.
Che è solo materia da nostalgici. Beh, regala a questi – e tutti – l’
ideologia della coerenza. Fa che Eboli torni ad essere un laboratorio
politico virtuoso, un comune che si distingua per responsabilità e
attenzione ai problemi reali. Qui non c’è bisogno di cattedrali, quanto
di input: spazio ai giovani ma anche ai vecchi, giovani dentro. Sono
convinto che essere giovani non sia semplicemente un dato anagrafico.
Anche tu, caro Babbo Natale sei giovane. Perché dietro la tua barba
bianca, infondo, si nasconde un eterno bambino. Fa allora che questo
spazio di territorio fra le colline ed il mare, che noi chiamiamo
Eboli, si spogli del suo marcio e torni ad avere l’entusiasmo di un
bambino con la voglia di diventare grande!
Giuseppe Avigliano

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