venerdì 2 aprile 2010

L’AVVOCATO DELLE CAUSE PERSE


La loffa e la campagna elettorale.
Cominciamo dal fondo, ma proprio in ogni senso. Cominciamo dalla loffa. Che sarebbe una scorreggia silenziosa, di quelle che non fanno rumore. A differenza dei megafoni, delle canzoni e delle voci alzate durante i comizi elettorali. La loffa comporta il puzzo. La politica invece è profumata. La loffa è volgare, seppure abbia più dignità di una scorreggia. La politica è un’arte nobile, la più nobile.
La loffa e la campagna elettorale, insomma, cosa avranno mai in comune? Nulla. O forse tutto. Lungi da me il dire che tutto si riduca ad una scorreggia. Tuttavia è successo che ad Eboli qualcosa di “loffo” ha invaso la campagna elettorale e sta mettendo in imbarazzo moralisti e benpensanti dell’ultima ora. Che facebook fosse qualcosa di più che un semplice social network lo si era capito da subito. Ora abbiamo la dimostrazione, qui ad Eboli, che facebook è il mezzo più amato dagli aspiranti sindaci e al tempo stesso – per alcuni – è anche quello più temuto. E’ una questione di forma e di sostanza. Laddove la sostanza c’è si trascura un po’ la forma. Laddove è il contrario la forma diviene tutto, e non si accettano deformazioni, fotomontaggi e slogan storpiati. Onore a voi, Brigate Loffe! Perché non è di satira che stiamo parlando. Ma di civiltà! Da che mondo e mondo la persona che si impegna in politica accetta di prestare la propria immagine alla società. E la società ne fa quel che ne vuole: elogia, apprezza, critica, smonta, ridicolizza. Se così non fosse oggi avremmo perduto capolavori della letteratura universale. Parlo di Aristofane, che infarciva le sue commedie di attacchi spietati contro i politici avversi. Parlo di Orazio, che tanto si divertiva a smontare i suoi nemici. Se li avessero censurati, denunciati, condannati oggi saremmo stati privati di preziose letture. Ma soprattutto saremmo stati privati di alcune fondamentali libertà. Libertà che non cambiano la vita, certo. Tuttavia distinguono una civiltà evoluta, da una civiltà inceppata, in cui qualcosa è andato storto. Chi ha la testa – e gli aerei – fra le nuvole avrà per forza una percezione deviata del mondo. Durante questa campagna elettorale alcuni stereotipi sono saltati. E’ il mondo che cambia. Chi si ostina a portare la bandiera rossa e a condurre battaglie a livello nazionale perché Santoro e Vauro facciano il proprio lavoro in tutta libertà, quando torna a casa censura e denuncia il Santoro e il Vauro del paese. C’è qualcosa che non torna. Che fine hanno fatto i comunisti? Chi abita ad Eboli da oggi lo sa bene. Stanno sulle nuvole!



Ogni peto è profumato sol per chi l’ha generato!

GIUSEPPE AVIGLIANO

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