mercoledì 8 dicembre 2010

LA TENDA ROSSA




Nella notte tra l’11 e il 12 Aprile 1926 il dirigibile Norge sorvola il Polo Nord. Umberto Nobile entra nella storia come il primo uomo capace di superare le colonne d’Ercole del ventesimo secolo. Dove nessuno, seppure in molti ci avessero provato, era riuscito ad arrivare. Due anni dopo Nobile ritenta l’impresa, questa volta con mezzi tutti italiani, progettati da lui stesso.
I genitori di Nobile sono di Eboli. E ad Eboli, il giovane Umberto trascorre la sua infanzia. E’ qui che conserva i sui ricordi più belli. Sono qui le strade e i borghi che porterà sempre nel cuore.
Nella calorosa cornice del chiostro di San Francesco, lo scorso Mercoledì 28 giugno abbiamo avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo teatrale stupendamente coraggioso. Uso questo aggettivo – coraggioso – per due motivi, innanzi tutto: la tematica dello spettacolo e la sua forma. “La tenda rossa” di Luigi albert è la storia della spedizione del dirigibile Italia avvenuta nel 1928, e conclusasi in tragedia a seguito del fatale incidente che causò la morte di quasi tutta la squadra agli ordini del generale Nobile. Un’avventura romantica, fatta di sogni. Ma soprattutto una pagina di storia, “un balzo in avanti per l’umanità”. Ci vuole coraggio a raccontare del dirigibile Italia, in un momento storico in cui l’avventura più romantica – nel senso legittimo della parola – sembra essere l’invenzione di facebook. Ma la rappresentazione è doppiamente coraggiosa, come dicevo. Perché è un monologo. Un lungo monologo di circa 90 minuti. E si rimane incantati per tutta la durata dello spettacolo per la raffinata scelta di parole che l’autore-attore pone all’attenzione degli spettatori, fra una saggia gestualità ed un lucidissimo ripescaggio di citazioni dantesche.
Una gran bella storia, che vale la pena conoscere. Un plauso va al giovane autore teatrale genovese, che con il suo spettacolo ha ricevuto innumerevoli soddisfazioni ed un tripudio a San Pietroburgo, lo scorso anno.

GIUSEPPE AVIGLIANO

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